E’ il 12 novembre 2014. La tempesta delle luminarie fantasma ancora deve terminare. Al rione Casale, nella frazione di Alberi e nella zona di Santa Lucia ci sono tiranti e cavi elettrici lasciati sospesi dagli operai della ditta di Aniello Donnarumma che quasi un mese prima, nella notte tra il 15 e il 16 ottobre, avevano rimosso gli addobbi che avevano installato sotto lo sguardo del sindaco Giuseppe Tito. E’ allora che il comandante della polizia municipale, sotto l’egida del primo cittadino del Pd, si occupa dell’ennesima determina dirigenziale sospetta. Stavolta è quella che autorizza la ditta Mormile a rimuovere i fili per la somma di 732 euro. Soldi pubblici, dei contribuenti di Meta, utilizzati per rimediare al papocchio. Per il sostituto procuratore Silvio Pavia e per i finanzieri diretti dai tenenti Nunzio Difonzo e Leonardo Cuneo non ci sono dubbi: si tratta di un caso di peculato.
Un’accusa, una delle tante, che grava sia sul capo di Tito sia su quello di Borrelli. Per la Procura, Tito e Borrelli «si appropriavano di denaro pubblico» per porre rimedio al “fattaccio” già attenzionato dalla polizia giudiziaria.
In effetti è uno dei particolari più delicati sbarcato al centro del voluminoso fascicolo dell’inchiesta Tito-gate che proseguirà a disputarsi probabilmente dinanzi al giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Torre Annunziata nelle prossime settimane. Alla luce delle numerose ipotesi di reato, è presumibile che il pubblico ministero Pavia possa chiedere il rinvio a giudizio. In quella sede si dovrà stabilire se gli indagati dovranno essere processati o meno. Emerge anche un’altra circostanza. Gli appalti delle luminarie natalizie sotto la lente d’ingrandimento di Procura e finanza sono molteplici. Già dal 2012, quando Tito ricopriva l’incarico di assessore con delega al corso pubblico, il mirino era posizionato sulle procedure relative all’assegnazione dell’affare degli addobbi natalizi dove Tecno service, l’impresa di Donnarumma, è sempre in pole position in tutta la penisola sorrentina.
CRONACA
23 febbraio 2017
Tito-gate: i cavi tranciati dalla ditta Donnarumma riparati con soldi del Comune di Meta. Accusa di peculato al sindaco