E’ nella clinica Dignitas di Forck, ad una decina di chilometri da Zurigo, che Dj Fabo e’ stato accolto per morire. ”Benvenuti da DIGNITAS – Vivere degnamente – Morire degnamente. La nostra associazione di pubblica utilita’ si impegna per l’autodeterminazione, la liberta’ di scelta e la dignita’ fino alla fine”, si legge nel sito della struttura. Fra le altre informazioni compare anche il video appello del giovane rivolto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per ottenere il diritto a morire in Italia. ”Il nostro concetto di consulenza sull’assistenza palliativa, la prevenzione del suicidio, le direttive del paziente e l’accompagnamento alla morte volontaria gettano le basi decisionali per organizzare la vita fino alla sua conclusione. Dal 1998 – spiega l’associazione – operiamo per la realizzazione dell”ultimo diritto umano”’. Sul sito compaiono anche le associazioni affiliate alla struttura: Exit Italia, Libera Uscita e Associazione Luca Coscioni. Sono 232 le persone che, dal 2015, si sono rivolte all’Associazione Luca Coscioni per chiedere informazioni su come ottenere l’eutanasia all’estero: di queste, 115 si sono poi effettivamente rivolte a cliniche in Svizzera ma alcuni tra questi malati hanno poi cambiato idea. A rendere noti gli ultimi dati in merito alla richiesta della ‘dolce morte’ e’ il segretario dell’Associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo. Numeri in crescita anche secondo il presidente dell’Associazione Exit-Italia, Emilio Coveri, che sottolinea come “in media, sono circa 50 l’anno gli italiani che chiedono e in molti casi ottengono il suicidio assistito in Svizzera”. La ‘dolce morte’ ottenuta oggi da dj Fabo, dal momento di attivazione delle procedure mediche e farmacologiche, richiede circa 10 minuti. E’ pero’ sulla base di un preciso protocollo previsto dalla legge svizzera sulla “Morte Volontaria Assistita” che il paziente puo’ arrivare a porre fine alla sua vita. Il primo passo, spiega Coveri, prevede l’attivazione dei contatti con la struttura sul territorio svizzero e l’invio della documentazione medica che attesti la patologia da cui la persona e’ affetta. Dopo l’accettazione da parte della struttura e’ previsto un colloquio con il medico che accompagnera’ alla fine il soggetto. Per legge, il medico e’ tenuto a far desistere il paziente che lo ha richiesto dall’atto finale e, quindi, reiteratamente chiedera’ alla persona se vuole terminare i suoi giorni oppure vuole rimandare il tutto ad un altro momento. Il soggetto, sottolinea Coveri, puo’ sempre cambiare idea e potra’ fare ritorno a casa. Se invece si vuol proseguire nell’intento, il medico incontrera’ nuovamente il paziente e ripetera’ la richiesta se davvero si vuole procedere. L’atto di accompagnamento alla ‘dolce morte’, chiarisce il presidente di Exit Italia, “consiste nella preparazione di una dose letale a base di Pento Barbital di Sodio. Precedentemente, al paziente vengono somministrate due pastiglie antiemetiche (antivomito) in modo da poter assorbire meglio il composto chimico. A questo punto, il medico, ancora una volta, chiedera’ di desistere, ma nel caso in cui la persona voglia procedere, versera’ la dose letale in un bicchiere di acqua per poterla sciogliere”. E’ “assolutamente indispensabile – afferma Coveri – essere in grado di intendere e volere in quel momento e soprattutto poter essere in grado di prendere il bicchiere in mano e poterlo bere deglutendo il composto disciolto in esso. Per i malati di Sclerosi laterale amiotrofica tracheotomizzati, a cui e’ stata applicata la PEG, ossia il sondino che porta qualsiasi tipo di nutrizione o liquido direttamente nello stomaco, tale dose verra’ introdotta direttamente come se fosse una bevanda qualsiasi”. In pochi minuti, rileva, “il paziente si addormenta profondamente, in quanto tale composto contiene una forte dose di sonnifero. Nei minuti successivi, con il paziente addormentato e che non puo’ percepire piu’ nulla, interverra’ l’arresto cardiaco, in quanto la dose letale e’ composta anche dal cloruro di potassio che fa in modo che il cuore si fermi”. Complessivamente, dalla somministrazione del composto di farmaci alla fine, sottolinea Coveri, “il tempo necessario e’ di poco piu’ di dieci-quindici minuti”. Il costo complessivo per ottenere il suicidio assistito in una struttura svizzera, conclude, “e’ di circa 10mila euro”.
CRONACA
27 febbraio 2017
Dj Fabo: morto nella clinica Dignitas di Forck