“E’ stato come un padre, sempre prodigo di consigli. Un uomo che non si abbatteva mai, sono davvero senza parole”. Roberto Amodio ha la voce spezzata quando riceve la notizia della scomparsa del presidente Roberto Fiore, lui che è stato il capitano della Juve Stabia targata dall’imprenditore napoletano. “Muore un pezzo importante del calcio italiano. Ci lascia un uomo che dovrebbe essere preso come esempio da tutti coloro che vogliono fare i dirigenti in questo mondo. Ha fatto la storia del Napoli e della Juve Stabia e posso dire tranquillamente che è stato un innovatore, una persona che era sempre un passo avanti a tutti”.
Amido ha vissuto con il presidente le delusioni per le due finali per la serie B perse contro Salernitana e Savoia e racconta un aneddoto legato proprio alla stagione che ha portato le Vespe a giocarsi l’accesso alla caletterai contro i granata: “Nei primi mesi di quel campionato stavamo addirittura lottando per non retrocedere. Eravamo molto bistrattati, gli addetti ai lavori e gli altri ci dicevano che eravamo una squadra vecchia e che non saremmo andati lontano. Il presidente Fiore, invece, veniva negli spogliatoi a incitarci, dicendoci che saremmo arrivati in alto. Neanche noi credevamo in un exploit del genere, lui sì. Facemmo una serie incredibile di vittorie e arrivammo a giocarci tutto nell’ultima gara a Caserta, in cui ci fu un finale davvero esagerato”.
Amido ricorda, infine, con piacere anche l’ultima visita di Roberto Fiore nella sua Castellammare, in occasione della gara tra la formazione gialloblù e il Cosenza: “Stava bene, nonostante gli acciacchi dell’età, tanto che salì le scale da solo e quella visita mi fece enormemente piacere. Faccio le mie più sentite condoglianze alla famiglia e alla sua signora, che gli è sempre stata accanto ed era sempre presente. Lo accontentava in tutto – conclude Amodio – anche quando per problemi di salute non poteva venire allo stadio e lui insisteva pur di esserci accanto”.