Torre del Greco. Un sindaco-monarca. Capace di governare la città grazie a trucchetti e furbate, ma senza una vera maggioranza. La fotografia della deriva democratica in cui versa l’amministrazione comunale targata Ciro Borriello è racchiusa in due numeri: 11 – i restanti fedelissimi rimasti al fianco del leader locale del centrodestra – e 6, il minimo storico di rappresentanti dell’opposizione presenti in aula. A completare l’organico dell’assise le “assenze pilotate” e le alzate di mano “secondo coscienza”, capaci di consentire all’ex deputato di Forza Italia di superare – solo in qualche occasione – la soglia della vera maggioranza.
Insomma, con il senno di poi, il sindaco-monarca aveva visto giusto: la fuga strategica a Foggia per fare saltare la prima convocazione e la scelta di puntare sulla seconda convocazione per abbassare il numero legale hanno “premiato” Ciro Borriello. Costretto, in ogni caso, a una lunga riunione con i restanti alleati prima dell’ingresso in aula per superare senza danni il primo consiglio comunale del 2017.
Che l’aria a palazzo Baronale fosse pesante era stato chiaro già al momento dell’appello: assente Ottavio Bello per motivi di salute, latitante il contestatore Vittorio De Carlo, in ritardo Antonio Trieste – protagonista, poi, solo di una toccata e fuga di dieci minuti – e incredibilmente agguerrita Annalaura Guarino, decisa a fare pesare il suo passaggio con il gruppo misto di minoranza. A rendere ulteriormente risicati i numeri della maggioranza, l’ondivago atteggiamento di Luigi Caldarola e Stefano Abilitato.
Il sindaco-monarca per un attimo avrà tremato, ma è bastato uno sguardo tra i banchi della minoranza per tirare un sospiro di sollievo: complici le assenze di Nicola Donadio e Lorenzo Porzio, all’opposizione ridotta a brandelli non sono bastati gli argomenti – a tratti convincenti, come in rare occasioni era capitato in passato – sfoderati in aula per contrastare prima il doppio piano di esternalizzazione promosso per l’ufficio Ced e i servizi cimiteriali poi i vari regolamenti per disciplinare l’utilizzo dell’ex palestra Gil e i controlli ai trasgressori della raccolta differenziata. Un punto su cui Domenico Maida – capogruppo di Idv e presidente della commissione trasparenza – e l’avvocato del Pd Michele Polese si sono battuti con forza per dimostrare l’evidente illegittimità di filmare i cittadini a propria insaputa.
Tutto inutile. Sebbene senza numeri, il leader locale del centrodestra ha portato a casa i quattro risultati con 11 voti a proprio favore. Le alzate di mano sono aumentate solo al momento della rettifica delle linee di indirizzo per l’installazione di nuove strisce blu: la valanga di emendamenti proposta dal grillino Ludovico D’Elia è servita per regalare qualche siparietto da commedia da tre soldi – fortunatamente, invece, lo “spettacolo” era gratis – e consentire all’esponente del Movimento 5 Stelle di portare a casa qualche minimo risultato.
Alla fine, tuttavia, la delibera è stata approvata. Ma tutti gli atti – come richiesto da Domenico Maida – dovranno essere inviati a Raffaele Cantone, presidente dell’Anac. Perché a Torre del Greco – il ragionamento dell’opposizione – sarà stata silenziosamente restaurata la monarchia, ma in Italia la democrazia resta l’unico sistema di governo riconosciuto.
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