«I murales che inneggiano alla camorra presenti in città verranno rimossi nel giro di pochi giorni». E’ l’impegno assunto dal sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, a 24 ore dal viaggio-denuncia realizzato da Metropolis nei vicoli della città anti-camorra. Nel servizio pubblicato sul giornale di ieri, vi avevamo raccontato dei murales e delle scritte pro-clan presenti in alcune strade della città. E in particolare di quel murales “storico” che si trova nei pressi di vico Moscardino, a due passi dagli scavi e a pochi metri dal quartiere-fortino del clan Ascione-Papale. “Birra merda” recita la scritta realizzata con spray rosso sulla facciata esterna di una palazzina gialla. Non un attacco alla bevanda spumosa, ma alla famiglia Birra: l’altra dinastia criminale che fino a qualche anno fa è stata protagonista della guerra di camorra proprio contro gli Ascione-Papale (una mattanza che ha prodotto 60 morti ammazzati nel giro di pochi anni). Il tutto a pochi passi dal luogo nel quale, nel 2007, venne ucciso da un commando armato Antonio Papale, fratello dei boss del clan dei siciliani che hanno portato la mafia all’ombra del Vesuvio. Per quel delitto sono stati condannati boss e sicari dei clan Gionta di Torre Annunziata e Lo Russo di Napoli, cosche alleate dei Birra nella guerra di camorra. Una scritta rimasta “invisibile” per anni, almeno fino ad oggi. «Nelle prossime ore – le parole del primo cittadino – invierò una richiesta urgente agli uffici per rimuovere in tempi brevi quel murales. Altre scritte le abbiamo fatte già cancellare nel corso di questi mesi e continueremo su questa linea. Nella lotta all’illegalità anche i simboli sono importanti. E’ così che si sviluppa la cultura della legalità. Ogni volta che ci segnalano episodi di questo tipo cerchiamo di intervenire in tempi brevi». Dopo che verrà dato mandato agli uffici – fa sapere il sindaco – partirà una mini-squadra di imbianchini che sarà chiamata a cancellare la scritta-vergogna dalle pareti della palazzina. Un murales che sicuramente non rappresenta il biglietto da visita ideale per una città turistica, specie a pochi metri dall’ingresso principale degli scavi archeologici. E soprattutto per la città simbolo della lotta camorra in Italia. Quella del “modello” Ercolano: il prototipo di lotta ai clan studiato e imitato in tutto il mondo che ha consentito ai carabinieri – nel corso di questi anni – di arrestare la bellezza di 500 camorristi decapitando di fatto le due organizzazioni criminali in lotta per il controllo degli affari illeciti in città. Quella scritta, rimasta invisibile per anni, diventerà invisibile davvero. Proprio come i “fantasmi” dei camorristi che dopo aver dettato legge in città oggi sono sepolti vivi nelle celle di mezz’Italia.
CRONACA
5 marzo 2017
Lo schiaffo del sindaco di Ercolano ai clan: “Ripulirò i murales sulla camorra”