«Un impegno spassionato e gratuito. Domani non ci sarà la ricompensa a un risultato raggiunto, se non una ricompensa collettiva, se non una ricompensa per la nostra città. E’ su questo progetto politico che ci incamminiamo».
A parlare è Pierpaolo Telese che, proprio ieri mattina nella nuova sede di corso Umberto I, ha ufficializzato la sua candidatura a sindaco, sostenuto da DeMa e da Insieme per Torre.
«Andiamo cioè incontro – ha aggiunto – alla valorizzazione di quei beni comuni che riguardano la formazione, la cultura, la sanità, lo sviluppo e il lavoro. Molti mi chiedono: cosa volete fare, quali sono le soluzione? Innanzitutto dobbiamo ritrovare la dignità di essere popolo, di essere comunità. Una dignità che abbiamo mortificato perché in questa città si declina il diritto come un favore. Tutto diventa un favore».
Telese parla poi di autonomia: «Io sogno una realtà nella quale non ci sarà bisogno di alzare il telefono e chiedere l’autorizzazione per fare una cosa o un’altra a Torre Annunziata, magari recandomi dalle parti di Boscoreale».
Un attacco diretto al consigliere regionale del Partito Democratico Mario Casillo, punto di riferimento del gruppo a Torre Annunziata.
A sostegno di Telese anche la coordinatrice nazionale di DeMa, Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo, vittima innocente di camorra: «S’ po’ fa e s’adda fa. E’ questo il nostro motto. Dobbiamo dare una svolta rispetto al passato. E’ difficile ma ci possiamo riuscire. A Napoli ci dicevano: “Dove andate?”. Eppure qualcosa sta cambiando. Il lungomare liberato nessuno lo voleva. Ora guai a riaprirlo. E anche Torre può cambiare. Questa città crede nel suo presente. Ma serve una grande forza. E poi bisogna dire no alla corruzione. Basta con i piaceri personali ma bisogna puntare al benessere per tutti».
Ad appoggiare il progetto del candidato di DeMa, anche il leader di Insieme per Torre Luciano Donadio: «Solo con il sostegno delle persone presenti, Torre Annunziata può avere un’opportunità. L’intento è quello di rilanciare una città addormentata».