Portici. Doveva essere una semplice partita di calcio. Una sgambata all’insegna del divertimento per trascorrere una serata di sport e allegria. Invece, la gara tra la squadra dell’oratorio dei salesiani “Michele Ragone” di Portici e il Real Stabia di Castellammare – disputata sul campo del Leopardi di via Antica Trecase – si è trasformata in una sorta di incubo.
Al momento dell’ingresso delle squadra in campo, il clima sugli spalti era già teso. I baby-calciatori sono tutti sedicenni, l’agonismo in campo dovrebbe essere al minimo perché «giochiamo solo per divertimento – come spiega il tecnico dell’oratorio dei salesiani – siamo penultimi nel campionato allievi provinciali della Figc».
Ma, evidentemente, gli avversari non sono dello stesso avviso: a dispetto dei 4 gol di vantaggio sul campo, in sette – come poi denunciato dalla vittima – si accaniscono su Emanuele, difensore centrale del Michele Ragone. Il sedicenne viene accerchiato e pestato, il suo tecnico si fionda in campo per strappare Emanuele dalla morsa degli aggressori. «Mi sono avvicinato in fretta e furia, ma sono arrivato tardi – il racconto del mister – Emanuele era stato già colpito da calci e pugni. Sono riuscito a portarlo via dal campo: aveva tutta la testa e il volto insanguinati. Dopo due passi è svenuto, immediatamente ho chiamato l’ambulanza e i carabinieri».
All’arrivo degli operatori sanitari, Emanuele aveva ripreso conoscenza; insanguinato è salito sull’ambulanza che l’ha portato prima a villa Betania e poi al Cardarelli, dove i camici bianchi hanno riscontrato una ferita profonda alla testa, al punto da richiedere 4 punti di sutura, una tac e l’antitetanica. La burrascosa serata si conclude solo all’una e mezza, quanto Emanuele – stravolto e dolorante – torna a casa. La partita, intanto, era stata sospesa per rissa. «Apparentemente non c’erano nessun motivo valido per l’aggressione, eravamo sotto nel risultato, i ragazzi stavano giocando per divertirsi, ma poi all’improvviso è successo di tutto – racconta il mister -. Siamo una squadretta composta dai ragazzi che frequentano l’oratorio, sono l’allenatore e non abbiamo un vero e proprio team alle spalle. Partecipiamo al torneo per svago, anche perché molti dei ragazzi hanno situazioni difficili alle spalle e vengono da noi per giocare, seguire il catechismo e fare i compiti. Spero solo che il triste evento non abbia spento in loro la voglia di proseguire quest’avventura, anche se non posso nascondere che abbiamo avuto davvero paura».
Ora sull’accaduto indagano i carabinieri di Torre del Greco che già pochi minuti dopo la rissa hanno effettuato i primi rilievi del caso.
«Oggi ho sentito Emanuele – racconta un compagno di squadra del sedicenne – dice che il dolore è passato un po’, ma è ancora stravolto, come noi del resto. Non ce lo aspettavamo perché quando sono venuti loro a giocare da noi la partita è stata tranquilla e non ci sono stati problemi».
Il match d’andata – disputato sul campetto dell’oratorio sarebbe stato tranquillo e non ci sarebbero stati incidenti – ma lunedì sera la partita disputata a Leopardi si è trasformato in un vero e proprio incubo a occhi aperti per il difensore centrale.
«Noi facciamo una sorta di percorso di recupero, ci sono molti ragazzini che hanno alle spalle dei problemi familiari e cerchiamo di avvicinarli allo sport come mezzo educativo – ha spiegato il direttore dell’oratorio, don Emilio Stasi -. Vogliamo insegnare ai ragazzi i valori dell’amicizia e dell’amore e questo può avvenire anche tramite lo sport e lo spirito di squadra. Ma quello che è accaduto alla partita è doloroso, sono ragazzini e già hanno tanta rabbia nel cuore».