Italiani, senegalesi e un marocchino i componenti di un’organizzazione di falsari, ispirata a criteri imprenditoriali, in grado di fornire grosse quantita’ di prodotti gia’ confezionati, ma anche di etichette e accessori vari di marchi conosciuti da assemblare in piccoli laboratori abusivi. Nell’operazione “Bazar” dei finanzieri del Comando Provinciale di Pescara, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila, dieci persone sono state arrestate, altre due hanno avuto obblighi di dimora nei comuni di residenza e tre sono ricercate. Devono rispondere, a vario titolo ed in associazione, di ricettazione, contraffazione e commercio di prodotti con segni falsi. Recuperati 65mila capi, accessori ed etichette contraffatti che sul mercato avrebbero fruttato 2 milioni di euro. Sequestrata anche attrezzatura per produrre capi di vestiario e scarpe. Due i livelli, paralleli, dell’ organizzazione: l’uno composto da italiani che erano al vertice e che nei laboratori di Calabria e Campania producevano le griffe false; l’altro riconducibile ai senegalesi che si occupavano della vendita al dettaglio della merce. L’area di risulta della Stazione di Pescara fungeva da base logistica, dove si vendeva e si custodiva la merce. A due autisti di autobus di linea per Roma e Napoli, di una societa’ pubblica, che trasportava la merce in Abruzzo, e’ stata riconosciuta l’appartenenza all’associazione per delinquere. (
CRONACA
9 marzo 2017
Guardia di Finanza: smantellata banda di ‘imprenditori’ di griffe false