Due tra i più temuti boss della camorra napoletana. Un carico di droga, una montagna di soldi e una partita di pallone. Da una parte Giuseppe Gallo, capo indiscusso della malavita di Boscotrecase. Dall’altra Antonio Lo Russo, rampollo della camorra di Miano e amico di Ezequiel Lavezzi, ex calciatore del Napoli.
Soci d’affari e amici fuori dal “campo” (quello della malavita). Si perché la storia del patto di ferro nato sotto l’egida dell’alleanza di Secondigliano, sembra venuta fuori da un romanzo. A scriverlo non è Roberto Saviano, ma Ciro Esposito, nome sempre inflazionato nei vicoli della camorra. In realtà è un ex spacciatore del clan Lo Russo diventato collaboratore di giustizia. E’ lui, il narcos-pentito, a svelare i misteri dei “capitoni” e dei loro alleati.
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