Torre del Greco. Quando mise piede per la prima volta a Treviso – capoluogo del Veneto, roccaforte della Lega Nord – aveva 24 anni. Luigi Caldarola cominciò proprio al Nord la sua carriera militare – oggi è un graduato dell’esercito italiano – e conosce bene i metodi e i sistemi delle “giubbe verdi” di Matteo Salvini.
La partecipazione del sindaco Ciro Borriello alla kermesse organizzata dal leader del Carroccio a Napoli ha scatenato diverse polemiche in città. Lei sarebbe favorevole a un passaggio con Noi con Salvini?
Fermo restando che non si può fare di tutta l’erba un fascio, il mio impatto con Treviso non è stato positivo. Ricordo la diffidenza con cui venivano guardati e trattati i militari del Sud Italia. In una cittadina con 30.000 abitanti e tre caserme frequentate da giovani meridionali i momenti di frizione erano frequenti.
All’epoca, alla guida di Treviso c’era Giancarlo Gentilini, un “integralista” della Lega Nord. Che giudizio potrebbe dare del suo operato politico?
Ricordo un sindaco energico e deciso: non a caso, era stato ribattezzato “sceriffo” proprio come Ciro Borriello. Ma alcune sue ordinanze scatenarono pesanti polemiche. Un paio, in particolare, mi lasciarono sconcertato.
Cioè? Cosa ordinò lo “sceriffo” della Lega Nord?
Uno dei primi divieti era relativo alla rimozione delle lanterne rosse sistemate all’esterno di alcuni ristoranti cinesi: a suo giudizio, rappresentavano un simbolo del comunismo. Per non parlare della decisione di rimuovere tutte le panchine da parchi e giardini per evitare che fossero utilizzate dai senza-tetto per trascorrere la notte. Credo si tratti di esempi lampanti di scarsa sensibilità umana.
Si è mai trovato a scontare sulla sua pelle tale scarsa sensibilità da parte dei leghisti?
Certo. In diverse occasioni sono stato apostrofato come “terrone”. A Treviso, come in buona parte del Nord, c’è una forte cultura anti-Sud. Sarò un sentimentale, ma la mia idea di appartenenza al territorio sarà sempre legata al Vesuvio: ogni volta che parto o rientro a Torre del Greco, alzo lo sguardo verso il vulcano e mi sento a casa.
Voterebbe mai per la Lega Nord?
No, mai.
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