Torre del Greco. Un giorno di ordinaria follia, esattamente come nel celebre film diretto da Joel Schumacher nel 1993. Con al posto di Michael Douglas – l’ex marine esasperato da un ingorgo stradale e pronto a scatenare l’inferno – un incensurato di 55 anni, dipendente del ministero della difesa.
Quando P.I. si è presentato all’ufficio anagrafe di Santa Maria la Bruna per la seconda volta in quattro giorni era apparentemente calmo: all’uomo occorreva l’autentica di una firma per alcuni documenti relativi alla legge 104 per la suocera.
Durante la prima “visita” ai locali di via Nazionale a P.I. era stato riferita la necessità di portare fisicamente sul posto la donna: così, trasportata con sé la suocera affetta da disturbi alla vista e con evidenti difficoltà motorie, il cinquantacinquenne era certo di riuscire a chiudere la pratica in pochi minuti. Una certezza naufragata davanti alla secca risposta di un dipendente comunale: «Qui non possiamo fare nulla, si deve rivolgere all’Asl Napoli 3 Sud», le parole capaci di fare scattare il raptus di follia dell’uomo.
Evidentemente innervosito dai modi spicci degli impiegati, P.I. prima ha insultato e minacciato i presenti e poi ha provato a scavalcare il banco dello sportello per aggredire il dipendente comunale. Fortunatamente qualcuno, visti gli animi accesi, aveva allertato le forze dell’ordine: in pochi minuti, una pattuglia di agenti di polizia del locale commissariato ha raggiunto l’ufficio anagrafe di Santa Maria la Bruna e bloccato – non senza difficoltà, vista la reazione dell’uomo – il cinquantacinquenne, arrestato con l’accusa di violenza e minacce a pubblico ufficiale nonché resistenza a pubblico ufficiale.
A 48 ore dal fermo, il dipendente del ministero della difesa è comparso davanti al giudice monocratico Federica De Maio per il processo con rito direttissimo: P.I. – assistito dall’avvocato Gennaro Ausiello – si è scusato per la violenta reazione, provocata dall’esasperazione per l’incresciosa situazione. Davanti al pentimento del cinquantacinquenne, il giudice monocratico – una volta convalidato il fermo – ha scarcerato l’uomo, disponendo il semplice obbligo di firma per tre volte la settimana in attesa della conclusione del processo con rito direttissimo in programma a fine marzo.
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