«Aspetto l’esito del ricorso al Tar». È stato il mantra dell’ex sindaco Nando Uliano nel corso delle ultime settimane quando gli si chiedeva quando avrebbe sciolto il nodo sulla ricandidatura. Ci credeva. Lo ha scritto fino al primo marzo rispondendo a un altro “sindaco scomodo”, Josi Della Ragione. Cercava nella giustizia amministrativa la carta per riabilitare la sua travagliata esperienza politica, finita lo scorso 30 agosto con la sfiducia di dieci consiglieri, tra cui due della sua maggioranza. La sentenza del Tar che ha respinto il ricorso è stata pubblicata ma Uliano ancora non è uscito allo scoperto. Il suo telefono squilla a vuoto da giorni. Non ha ancora commentato la sentenza neanche sui social, dove era solito raccontare gli step della sua amministrazione. Anche subito dopo la sfiducia quando parlò di un «atto ignobile» e di «tradimento». «Mi metterò sul campanile e con un megafono dirò a tutti che Pompei non può cadere di nuovo nelle mani di coloro che da sempre l’hanno distrutta», le parole del sindaco poi nel corso dei mesi avvicinatosi molto al movimento di Luigi de Magistris “DemA”. Probabilmente sta valutando le prossime mosse, soprattutto in vista della ormai imminente tornata elettorale dove aveva annunciato di voler scendere in campo sostenuto dal gruppo dei “Briganti”. Ormai anche alcuni dei fedelissimi che avevano firmato con lui il ricorso al Tar non hanno intenzione di condividere il suo stesso percorso politico. «Immaginavo già l’esito al Tar», è stato il commento di Alberto Robetti, «la volontà dei consiglieri dimissionari appariva chiara». E sulla possibilità di impugnare la sentenza al Consiglio di Stato: «Non sento Nando da un po’, ultimamente sono preso da impegni personali e distante dalla politica». Anche se l’ex presidente del consiglio comunale è pronto a riaffacciarsi sull’arena delle elezioni: «Entro fine mese definiremo alleanze e strategie». «Abbiamo accolto in modo tranquillo la sentenza», ha dichiarato l’ex consigliere Raimondo Sorrentino, anche lui tra i firmatari del ricorso, «sul piano politico posso solo dire che non ci sarà un Uliano-bis». Anche Giuseppe Del Regno, ora legato al progetto “Pompei nel cuore”, firmò quel ricorso: «Non sorprende la decisione del Tar, alla base c’era un errore dell’atto notarile. Ma la volontà dei consiglieri era quella, comunque non vedo Nando da tempo». Tra i consiglieri che decretarono la fine dell’era Uliano, invece, il primo commento è arrivato dal gruppo dei Democratici Riformisti: «Uliano a casa due volte». «Non avevo dubbi che sarebbe finita così», ha detto Bartolo Martire, «infatti siamo già andati avanti con la campagna elettorale. Forse l’ex sindaco era convinto di riuscire a mantenere consenso ma Uliano è diventato poco credibile anche tra i suoi». «Sin dal suo insediamento ha smentito le promesse fatte in campagna elettorale, penso ad esempio alla nomina del presidente del consiglio e alle tensioni già dalle prime battute», ha concluso. Per Angelo Calabrese «ormai la linea di cambiamento è stata avviata e nessuna decisione avrebbe potuto decretare un ritorno al passato». «Il nostro gruppo di Alternativa Pompeiana-Progetto democratico fu di fatto sfiduciato dalla maggioranza e noi siamo poi rimasti coerenti sulla nostra posizione», ha aggiunto l’ex consigliere, anche lui tra i dimissionari. «Andiamo avanti con il centrosinistra e su quel tavolo stiamo cercando di far capire che il cambiamento è iniziato tre anni fa. Saremo fermi e decisi a portare avanti una svolta per Pompei con una guida politica forte», ha concluso Calabrese. Per Franco Gallo «si è chiusa una pagina triste. Arroganza e ignoranza sconfitte dalla sentenza del Tar».
politica
17 marzo 2017
Respinto il ricorso dell’ex sindaco di Pompei. Le reazioni politiche: «Uliano a casa due volte»