Casal di Principe. Scout, tanti giovani studenti, cittadini e volontari delle associazioni antimafia hanno partecipato oggi alle iniziative previste per il ventitreesimo anniversario della morte di Don Peppe Diana, il sacerdote ucciso dai Casalesi il 19 marzo del 1994 nella sacrestia della parrocchia di San Nicola di Bari a Casal di Principe (Caserta).
“Ci aspettavamo una presenza maggiore da parte delle istituzioni e del mondo politico” dice Valerio Taglione, del Comitato don Diana, che proprio per rilanciare un’azione di contrasto “che sembra fare passi indietro più che avanti”, ha scelto uno slogan ad effetto. “Risaliamo sui tetti, riannunciamo parole di vita” era scritto sullo striscione che ha aperto i vari cortei. Eppure qualche piccolo segnale positivo proveniente dalle istituzioni c’è stato.
Lo racconta Peppe Coviello, figlio di Paolo, ucciso senza colpe insieme al nipote Pasquale Pagano nel lontano 1992 in quanto i due furono scambiati per i veri bersagli dei killer. Coviello è in attesa da anni che il Ministero dell’Interno riconosca il padre come vittima innocente della criminalità. “Questa mattina – dice – il vice-prefetto di Caserta Vincenzo Lubrano, a nome del prefetto Arturo De Felice, ha deposto una corona di fiori sulla tomba di mio padre. E’ stato importante, non era mai avvenuto”.
Qualche giorno fa la Corte d’Assise di Napoli ha condannato i killer di Coviello e Pagano, tutti pentiti e appartenenti alla famiglia camorristica Venosa, riconoscendo sconti di pena. “Sono dispiaciuto per questa decisione, queste persone – dice – mi hanno chiesto anche scusa, ma non li perdono pur non provando odio verso di loro”. Dopo la deposizione di corone di fiori sulle tombe di Coviello, Pagano, Don Diana e delle altre vittime innocenti dei clan sepolte a Casal di Principe, ovvero Domenico Noviello, Antonio Di Bona e Antonio Petito, un corteo ha raggiunto la Chiesa di San Nicola di Bari, dove era parroco il sacerdote ucciso.
Qui il vescovo di Aversa Angelo Spinillo ha officiato la Santa Messa, affermando che “il sacrificio di don Peppe e delle altre vittime della criminalità che ci chiama ad essere attenti alla parola di Dio e a non perdere la speranza. Per questo siamo loro grati. Non c’è la presenza di Dio laddove si impedisce di vivere nel bene”. Dopo la messa, la giornata è proseguita a Parco don Diana, in via Vaticale, dove è stata data lettura dei nomi delle vittime innocenti della criminalità organizzata della Campania e del documento “Per Amore del mio Popolo” scritto da don Diana. Le celebrazioni per la morte del prete erano iniziate ieri con le riflessioni degli studenti del territorio presso Casa Don Diana, poi con uno spettacolo della compagnia del Teatro Totò e con l’invasione colorata delle piazze di Casal di Principe da parte di centinaia di scout.