Torre del Greco. «No alla vendita della storia, gli ex Molini non si toccano». Il Polo Artistico Torrese scende nuovamente in strada per bloccare la decisione del sindaco Ciro Borriello di inserire il complesso di via Calastro all’interno dei beni alienabili del Comune.
Una scelta che brucia sulla pelle dei cittadini, pronti a organizzare un sit-in di protesta per fermare il piano di privatizzazione di un simbolo storico e culturale per Torre del Greco. Le motivazioni della decisione – al momento – restano oscure, ma dietro la necessità di vendere ci sarebbe lo spettro di un maxi centro commerciale “affacciato sul mare”.
Così il fronte popolare nato a difeso degli ex Molini Meridionali Marzoli – una cinquantina di cittadini indignati e associazioni del territorio – si è nuovamente riunito per manifestare e cercare di contrastare la privatizzazione. Inizialmente il sit-in era previsto proprio nel “luogo del crimine” ovvero all’interno del complesso di via Calastro, ma il sindaco Ciro Borriello – a dispetto della richiesta protocollata dal presidente del Polo Artistico Torrese, Antonio Crispino – ha negato l’autorizzazione e il corteo si è spostato all’inizio della passeggiata porto-scala.
«Gli speculatori sono interessati agli ex Molini, ma l’unico strumento adatto per combattere le ignoranze istituzionali è la cultura – dice Antonio Crispino -. Il sindaco non ci ha dato il permesso di manifestare: c’è poco da meravigliarsi, parliamo di una persona che è disposta a mettere in vendita la propria storia e cultura. Siamo pronti a scendere in strada affinché quest’abominio non sarà fermato».
Le sorti del sito storico-culturale sono appese a un filo sottile, ma all’orizzonte c’è una speranza: «Il 22 marzo ci sarà una commissione che valuterà l’effettiva possibilità della vendita. Chiederemo alcuni particolari sugli elementi tecnici della vicenda, come le possibili destinazioni d’uso e le reali motivazioni della vendita – spiega il grillino Ludovico D’Elia –. Chiederemo, inoltre, quali sono le aree alienabili e se sono state fatte le valutazione sul reale costo. Poi in consiglio comunale siamo pronti a votare contro la privatizzazione degli ex Molini: ci sono diverse forze politiche pronte a votare in modo “non favorevole” perché la storia non è in vendita e il sindaco non si è nemmeno degnato di fornire dettagli sulla sua decisione».
Il dramma nel dramma è legato poi all’ipotesi di un centro commerciale al posto dell’ex fabbrica del grano: la condanna degli esercenti. «Negli anni abbiamo messo in campo numerose iniziative mirate al rilancio e alla riqualificazione di questo importante patrimonio culturale – spiega Luca Chiusel della Cgil -. Ma ora rischiamo di vedere trasformato quello che, dovrebbe essere un simbolo d’orgoglio della città in un centro commerciale. Questa ipotesi infliggerebbe un’ulteriore stangata ai piccoli esercenti locali, già stritolati nella morsa della crisi economica. Gli ex Molini hanno una storia radicata nelle origini di Torre del Greco e nel modo più assoluto non vanno privatizzati».