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Pedofilia, il rapporto Meter del 2016: 10 i casi i Campania
CRONACA
21 marzo 2017
Pedofilia, il rapporto Meter del 2016: 10 i casi i Campania
metropolisweb

Liberi professionisti, sia uomini che donne, tra i 40 e i 50 anni e, ovviamente, con una discreta familiarità con le nuove tecnologie, tanto da far perdere (o quasi) le tracce dei reati compiuti nella rete. In buona sostanza è questo l’agghiacciante identikit degli orchi che, in Campania e non solo, hanno abusato di bambini al di sotto dei 3 anni, nell’anno appena passato. Dati che fanno accapponare la  pelle al solo pensiero, in una società dove il web ha ormai preso il sopravvento e dove accade che si svendano immagini e video di bambini innocenti come se fossero oggetti. Cinquantanove sono le segnalazioni riguardanti in Italia gli abusi e le violenze sessuali su minori, in particolar modo su neonati. Di questi ben 10 riguardano la Campania e sono diffusi in foto e filmati. Sono i dati raccapriccianti dell’ultimo report sulla pedopornografia diffuso dall’associazione onlus Meter in riferimento al 2016. Dati che fanno rabbrividire. Specie perché a essere trattati come una “merce di scambio” sono fina che bambini appena nati. Vittime di una rete di orchi che ha fatto del web il mezzo più utilizzato per la “compravendita” di immagini e video allucinanti che hanno come protagonisti i minori. E la Campania non sfugge purtroppo a questo vergognoso business segnalato alle autorità dall’associazione guidata da don Fortunato di Noto, da oltre vent’anni in prima linea nella lotta alla pedofilia. Ma vediamo nel dettaglio quali sono i dati emersi dal report. Nel corso dell’ultimo anno il Centro d’ascolto della onlus, che ha il suo “quartier generale” ad Avola (Siracusa), ha seguito 91 casi e fornito 1.157 consulenze telefoniche. «Una vera e propria esplosione di telefonate, che abbiamo ricevuto anche da Belgio, America e Svizzera», fanno sapere dall’associazione. Ma l’Italia non è da meno: è infatti ai primi posti per i casi di abusi e violenze su minori, con segnalazioni che provengono in particolare da Sicilia, Lazio e Lombardia (da dove sono arrivate rispettivamente 799, 83 e 51 chiamate). Restringendo poi il campo ai casi che sono stati seguiti dal Centro, di questi 40 provengono dalla Sicilia, 10 dalla Campania e 9 dal Lazio. Nel 2016 le situazioni di disagio hanno riguardato nello specifico abuso sessuale, difficoltà familiari, induzione alla prostituzione (43, 17, 7 casi).

Drammatico il quadro tracciato dal report 2016 di Meter per quanto riguarda i mezzi di diffusione del fenomeno. Le url (indirizzi web) monitorate e segnalate sono 9.379, in lieve calo rispetto ai 9.872 del 2015. I riferimenti italiani nel deep web, vale a dire i siti, “sommersi” o “invisibili”, sono invece aumentati: 95 contro 70. La flessione delle segnalazioni non implica la vittoria contro la pedofilia, ma il suo inabissamento. I pedofili hanno lasciato i social network (155 segnalazioni tra Twitter, Facebook, Youtube e così via contro i 3.414 dell’anno precedente), ma hanno scelto forme più sofisticate di immersione. Meter ha identificato, contandole una ad una, 1.946.898 foto, in aumento rispetto al 1.180.909 del 2015. I video rilevati sono esplosi, triplicandosi: 76.200 nel 2015 ed ora 203.047. Video in cui sempre più spesso protagonisti sono bambini innocenti che subiscono abusi. «Le vittime tra 0 e 3 anni sono in vertiginoso aumento e le violenze sono complete e totali», denunciano i responsabili dell’associazione. Sono un’altissima percentuale i neonati: esiste un portale solo con neonati e che ha anche una chatroom con dialoghi in italiano. Questi i dati: nella fascia 0-3 anni le foto sono 9.909 i video  2.928; segue quella 4-13 (foto 1.936.989, video 200.119). 

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