Voluta, cercata, meritata. La vittoria della Salernitana sul campo – mica facile – della Virtus Entella è un premio alla caparbietà e alla compattezza d’una squadra che sta tirando fuori un carattere e una concretezza mai visti in passato, da quando la sua gente l’ha strigliata fin quasi a disconoscerla, se non fosse per la maglia che indossa. Decide Massimo Coda, e chi altri se non lui, il bomber dal piede caldissimo, che vince il personalissimo duello del gol con l’ex avvelenato Ciccio Caputo, cui restano sullo stomaco due reti trovate e (giustamente) annullate.
“Vado al Massimo”
Il “9” granata, lì davanti, è un gigante: commovente per sacrificio, preziosissimo nei movimenti, implacabile quando vien messo in condizione di colpire. Nel primo tempo comincia beccando una traversa che grida vendetta (9’) con un mancino deviato dopo un gran break di Sprocati, poi chiude largo d’un soffio un tiro dalla distanza (18’), però la terza occasione è quella buona. È una stoccata micidiale (34’), per trafiggere il bersaglio dei liguri dell’amatissimo Roberto Breda e cominciare a scrivere il destino d’una partita che la Salernitana rischia di rovinare solo a inizio ripresa, quando si schiaccia e lascia campo all’Entella.
Resistenza
Barcollando ma restando in piedi, il cavalluccio marino regge pure dopo che, a metà secondo tempo, si ritrova in dieci per l’espulsione di Zito (doppio giallo). Gomis para il possibile, Tuia s’erge a ministro della difesa, Ronaldo da subentrato dà un contributo prezioso e sfiora persino per due volte il raddoppio, dopo che c’era andato vicino anche Sprocati. È una piccola ma importantissima impresa, che esalta, oltre le critiche per la gestione della gara, il tecnico Alberto Bollini, l’aziendalista che fa di testa propria, lasciando fuori sia Rosina che Ronaldo per insistere a suo modo sul 4-3-3 in cui crede ostinatamente, senza compromessi. Il risultato, nel calcio, governa tutto, e l’allenatore mantovano, dal derby di Benevento in avanti, sta viaggiando a passo spedito (7 punti nelle ultime 3 gare).
Fuoricampo
I 200 e passa cuori granata, che pure a Chiavari pulsano fortissimo, schierati dietro lo striscione «Meritateci» a firma ultras, gongolano. Finalmente. Non è la mera suggestione d’una rincorsa ancora possibile a dei playoff che non si sa neppure se si disputeranno, è piuttosto la sensazione che la Salernitana stia uscendo dai suoi equivoci, liberandosi delle contraddizioni che sin qui ne hanno segnato il cammino. La missione di trasformare un’incompiuta in squadra vincente resta difficile, forse titanica o persino improbabile, però la notte di Chiavari lascia in dote qualche traccia significativa d’una riscossa in cui è lecito sperare a 11 giornate dal tramonto del campionato, e con un bomber (già) da 13 gol.
Per Samuele
Last but not least, la dedica per questi 3 punti di platino. È per il piccolo Samuele, accolto ieri mattina dai granata nel ritiro pre-partita. Un bambino speciale, che combatte contro la leucemia. I ragazzi di Bollini l’hanno abbracciato sperando di dargli un sollievo. È accaduto l’opposto, quando i calciatori hanno visto il suo sorriso, il suo coraggio. A volte sì, il pallone regala storie meravigliose…