Smantellato un sodalizio criminale armato, con base operativa nel comuni della valle dell’Irno. E’ questo il risultato di una vasta operazione dei carabinieri del Comando Provinciale di Salerno in diversi comuni della provincia. Tra di loro – ai domiciliari – vi è anche il quarantenne fotografo Silvio Cuofano, ex presidente della Nocerina, nonché cugino del sindaco di Nocera Superiore, Giovanni Maria Cuofano, la cui famiglia “si dissocia categoricamente da questa persona, in quanto – dicono – siamo rigidi con chiunque non si comporta bene. La giustizia farà il suo corso, ma noi non vogliamo essere associati a lui con il quale non abbiamo rapporti”. Silvio Cuofano è accusato di armi e favoreggiamento, con l’aggravante del metodo mafioso. Duecento militari, a Mercato San Severino, Roccapiemonte, Baronissi, Castel San Giorgio, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Scafati e in alcuni comuni della provincia di Napoli, hanno eseguito un’ordinanza di custodia calcolare emessa dal gip del tribunale di Salerno su richiesta della procura della Repubblica di Salerno nei confronti di 33 indagati (due ancora irreperibili) ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e altri reati con l’aggravante del metodo mafioso. Dei 33 indagati 20 sono finiti in carcere e 11 ai domiciliari. L’indagine, avviata nel settembre del 2014 e condotta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Salerno e dalla compagnia di Mercato San Severino, hanno portato all’attenzione di questo nuovo sodalizio, capeggiato da due soggetti già contigui al clan camorristico Fezza-D’Auria Petrosino di Pagani, dedito principalmente alle estorsioni e al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. L’attività investigativa ha consentito, tra le altre cose, di documentare le responsabilità degli indagati in merito a numerose richieste estorsive e atti intimidatori con finalità estorsive, mediante incendi, danneggiamenti, pestaggi ed esplosioni di colpi di arma da fuoco, perpetratisi tra il 2014 e il 2016 ai danni di commercianti e imprenditori della zona. I soggetti indagati sono stati anche collegati a quattro aggressioni violente di cui una con esplosione di colpi di arma da fuoco nei confronti di pusher che agivano autonomamente, senza allinearsi alle regole del “sistema”, nonché alla disponibilità e all’utilizzo di armi da fuoco tra cui anche un fucile Kalashnikov AK 47 completo di due caricatori con relativo munizionamento. Nel corso dell’operazione sono state delineate le responsabilità degli indagati anche in ordine alla gestione delle piazze di spaccio. Inoltre, è stato arrestato un appartenente al sodalizio, colpito da altro provvedimento restrittivo per reati associativi e sfuggito alla cattura nel 2014, la cui latitanza veniva favorita dal sodalizio stesso.