Bella come non s’era mai vista, vincente come non l’era mai stata. La Salernitana che batte l’Ascoli 2-0, infilando il terzo successo di fila (quarto risultato utile d’una serie inaugurata dal pareggio di Benevento) è una squadra che sembra finalmente essersi “compiuta”. È compatta, applicata, operaia. E ci mette ritmo, coraggio, intensità, persino bel gioco. Sì, perché di nuovo, nella domenica che restituisce ai granata un Arechi sontuoso (10582 presenti, mica roba da tutti), c’è proprio una prestazione convincente, a tratti divertente, sicuramente da applausi.
Il dominio
Decidono Sprocati e Bernardini, due che con l’ippocampo cucito sul petto non avevano mai segnato. Sbloccano la partita nella ripresa, e però dopo un primo tempo che ha mostrato il miglior volto d’una Salernitana capace di schiacciare l’avversario al punto da prenderlo a pallonate. Alla formazione di Bollini è mancato solo il gol in una metà gara condotta a marce altissime. Coda (14’) ha cominciato beccando un palo interno (su deviazione), e ha continuato sfiorando il bersaglio di testa, staccando su un corner di Ronaldo (29’). Il portiere bianconero Lanni, invece, è stato bravissimo prima su un mancino di Sprocati (33’, dopo un assolo), poi su una maldestra conclusione di Minala (39’). Infine, poco prima dell’intervallo, è stata la traversa a sputar fuori una punizione di Coda (42’).
Gol e “segnali”
Sprecona ma sempre sul pezzo, la Salernitana, schierata con un 4-3-3 che rilanciava dal 1’ Donnarumma nel tridente d’attacco, sacrificando di nuovo in panchina Rosina, è ripartita di slancio. E ha colpito all’alba del secondo tempo. Proprio la punta di Torre Annunziata (2’), con un bel colpo di tacco, ha liberato il tiro di Odjer, Lanni l’ha deviato ma Sprocati è stato prontissimo a piazzare in tap-in dell’1-0. Bollini s’è coperto richiamando Donnarumma (17’) per inserire Bittante, e pure all’atto di quel cambio ha avuto la sensazione d’una svolta che si sta consumando: “Alfredino”, dopo una prova generosa ma senz’acuto, è uscito tra gli applausi scroscianti dell’Arechi e li ha ricambiati, così che il tecnico, a sua volta, ha battuto forte le mani al pubblico, ringraziando per la prova d’affetto. Contestazioni cancellate. Quando si dice: tutto va come deve andare.
In ghiaccio
Il raddoppio di Bernardini, poco dopo, è stato di fatto il gol della staffa. Il difensore di Domodossola ha visto premiata la sua ennesima escursione offensiva, spingendo in rete un pallone vagante dopo un clamoroso palo (il terzo di giornata) colpito dal mancino di Vitale su punizione (20’). Sul 2-0 la Salernitana ha comprensibilmente abbassato baricentro e tensione, però senza rischiare granché. Anzi. La solidità difensiva (terza partita consecutiva senza subire reti, a fronte d’altrettante vittorie) è stata una delle note più liete.
I pilastri
Gomis ha fatto il minimo sindacale, perché lì dietro Tuia, fiero e orgoglioso con la fascia di capitano stretta al braccio, è stato un gigante: niente trippa per il blasonato Cacia né per l’astro nascente Orsolini, fresco di contratto milionario firmato con la Juventus. Aspettando Madame, ieri il talento marchigiano non ha praticamente toccato un pallone, mentre ne ha giocati in quantità industriale Minala, certezza del centrocampo granata, incrollabile proprio come Coda, che maledice due montanti nella gara in cui – accade di rado, ultimamente – non riesce a trovare la rete.
L’entusiasmo
L’Arechi fa festa. Respira la primavera e l’aria rarefatta d’una suggestione che riappare. Mantenere l’equilibrio, tenendo a bada i sogni dopo mesi da incubo, sarà più difficile che rincorrere i play-off che chissà se si giocheranno, però che da ieri non sono poi così lontani. Il tempo delle prediche e della saggezza, dopo una partita così, può esser pure rinviato…