Alla cerimonia, oltre ad Arbore, parteciperanno il rettore Gaetano Manfredi, il pro rettore Arturo De Vivo, Matteo Angelo Palumbo, docente di Letteratura italiana alla Federico II. “Toto’ ha cavalcato tutte le sfaccettature della recitazione e dell’umorismo. Un attore davvero completo. Penso, quindi, che non ci sia persona piu’ meritevole a ricevere una laurea alla memoria, quasi unica nel suo genere” spiega Arbore. “Antonio De Curtis, in arte Toto’ – evidenzia Manfredi – e’ stato senza dubbio uno dei piu’ straordinari interpreti dello spettacolo comico teatrale e cinematografico italiano, lasciando contributi incisivi anche come drammaturgo, poeta, paroliere e cantante. Il suo impegno come attore, la sua strepitosa, indimenticabile motilita’ fisica hanno saputo attingere alla grande tradizione della commedia dell’arte, ma anche sfruttare – come non mancarono di notare prontamente Pier Paolo Pasolini e Carmelo Bene, suoi grandi ammiratori – la relazione strettissima tra marionetta e corpo umano teorizzata e praticata dalle avanguardie storiche. Nato e cresciuto prima degli anni ’40 del secolo scorso, Toto’ ha saputo mettere in scena, a teatro, a cinema e in televisione, la tendenza tipicamente italiana del secondo dopoguerra alla fusione tra il “popolo” e la “piccola borghesia”, ancora attratta dall’aristocrazia: “il principe De Curtis””. “Il contributo di Toto’, forse piu’ decisivo – sottolinea De Vivo – e’ pero’ stato quello offerto, come gia’ ricordava Tullio De Mauro, alla storia e alla coscienza linguistica italiana. La memorabile creativita’ linguistica di Toto’ ha infatti consegnato all’italiano neologismi fortunati (si ricordino le “pinzillacchere”), esilaranti giochi linguistici, stranianti motti di spirito, alterazioni e deformazioni lessicali capaci di corrosive parodie dei piu’ triti luoghi comuni. Una magistrale e fortunata lezione di acrobazie verbali e fisiche, di sapiente possesso dello spazio scenico, di travolgenti, quasi surrealistiche, esibizioni comiche, ma anche di commovente, penetrante, tragica umanita’ consegnata ad alcuni film tra piu’ preziosi della cinematografia italiana, come Guardie e ladri di Steno e Monicelli, NAPOLI milionaria di Eduardo, I soliti ignoti di Mario Monicelli, L’oro di NAPOLI di Vittorio De Sica, Uccellacci e uccellini di Pierpaolo Pasolini”. Il viso di Toto’ era una maschera della commedia dell’arte, il linguaggio ha creato espressioni e locuzioni entrate nell’italiano parlato, la genialita’ di trasformare in tante forme sublimi il suo immenso talento. Toto’ sara’ per sempre nell’immaginario collettivo, negli stereotipi culturali dell’Italia piu’ celebrata nel mondo come la cucina, l’arte del Rinascimento, la melodia e la lirica, le bellezze naturali. Patrimonio artistico e umano, e’ l’artista che ha piu’ epigoni nello apettacolo, che, con i suoi film in bianco e nero un tempo ha unito l’Italia contadina, proletaria e borghese, e oggi continua a crescere e ad affascinare intere generazioni.
CRONACA
29 marzo 2017
A Toto’ laurea honoris causa in ‘Discipline dello Spettacolo’