«Servirebbe un modello Pitagora: dando vita a buoni esempi per evitare di scrivere nuove regole. Non sempre le leggi da sole riescono a eliminare il problema. Il fenomeno della corruzione in politica e nella Pubblica Amministrazione non è solo un problema giudiziario ma deve riguardare tutti». Così il procuratore generale di Napoli Luigi Riello intervenuto ieri al convegno che ha visto Governo e Magistratura a confronto. Nel Centro Pastorale Rosa Nola di Sant’Antonio Abate si è discusso dello scottante quanto attuale tema della corruzione. «Noi arriviamo quando i fatti si sono svolti – ha incalzato il procuratore Riello – È importante fare buone leggi ma non bastano. La magistratura da sola non basta. La magistratura non combatte i fenomeni: è la politica che li combatte ma, a oggi, non li ha combattuti in maniera forte. Spesso la politica usa un falso garantismo. Bisogna puntare a un cambio culturale che eviti, definitivamente, le candidature discutibili. Questo – ha sottolineato Riello – sarebbe già un passo in avanti. Finché non faremo pulizia di persone condannate in primo grado a cui si affidano incarichi politici non ne usciremo. La Pubblica Amministrazione è uno devi veri problemi del nostro Paese. Si fa confusione proprio tra politica e Pubblica Amministrazione ma le due cose dovrebbero camminare separatamente.
Perché fino a quando il politico si sceglie il suo entourage la Pubblica Amministrazione non potrà mai essere imparziale, così come non lo è in Italia. Se i politici sono corrotti è anche per la possibilità data da una giustizia lumaca. La corruzione è un cappio alla gola della sana economia».
Un monito che il procuratore generale di Napoli fa partire dal palco, affiancato dai sottosegretari di Stato Gioacchino Alfano e Cosimo Maria Ferri, e diretto anche alla platea formata da giovani ma anche da politici locali.
politica
31 marzo 2017
«Politici corrotti e giustizia lumaca», l’ira del Procuratore di Napoli Luigi Riello