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Il pentito per amore inchioda la lady-camorra di Ercolano
CRONACA
3 aprile 2017
Il pentito per amore inchioda la lady-camorra di Ercolano
metropolisweb

Ercolano/Torre del Greco. Ha vestito i panni del camorrista soltanto per qualche mese, forte dell’amicizia con il boss Antonio Birra. Eppure  sulla strada di Ignazio Magliulo – il pentito innamorato della camorra vesuviana – c’è sempre stata una donna.

Da una parte la sua compagna che insisteva perchè lasciasse quella vita di strada e mettesse la testa a posto. Dall’altra Enrichetta Cordua, la padrona di via Cuparella, la donna boss che – al pari di un generale – impartiva ordini ai soldati della cosca orfana dei padrini reclusi in carcere. Era lei a comandare, come raccontano oggi le parole di Magliulo, l’ultimo pentito della camorra di Ercolano. Il camorrista part-time entrato in rotta di collisione – per questioni di cuore – con il boss Natale Dantese, capo indiscusso degli Ascione-Papale.

Nei suoi primi verbali – finiti al centro del processo che vede tra gli altri imputato proprio Magliulo – il collaboratore di giustizia ha raccontato della gerarchia della cosca di corso Resina. Della sua amicizia storica con Antonio Birra – «fu lui a propormi di entrare nel clan» – e soprattutto del ruolo di Enrichetta Cordua, la camorrista – oggi pentita – che prima di passare dalla parte dello Stato è rimasta rinchiusa per mesi al carcere duro (una delle 10 donne in Italia a poter “vantare” questo record).

Secondo Magliulo “Chettina” – questo il soprannome di Cordua – gli avrebbe chiesto di uccidere un uomo del clan Ascione-Papale. L’uomo che secondo il boss in gonnella avrebbe colpito a morte suo padre durante la guerra di camorra. «Per convincermi mi regalava quasi tutti i giorni della cocaina – racconta Magliulo agli uomini dell’Antimafia – Io mi rifiutai perchè avevo paura per la mia famiglia».

Ma la furia assassina di Chettina non si ferma. Lady clan – reggente della cosca assieme ad Antonio Birra all’epoca dei fatti (oggi anche Birra è pentito) – avrebbe ordinato al camorrista innamorato di uccidere almeno altre due persone: tutti affiliati al clan Ascione-Papale e per questo ritenuti pericolosi dai vertici della cosca della Cuparella.  Delitti mai messi a segno da Magliulo che non voleva essere “coinvolto” nelle logiche della sanguinosa guerra di camorra che ha macchiato si sangue le strade di Ercolano e Torre del Greco.

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