«L’evento franoso è attualmente ancora in atto e potrebbe estendersi verso il centro abitato». E’ la frase inquietante contenuta nella richiesta di finanziamento da 1,5 milioni di euro che i Comuni di Piano di Sorrento e Meta hanno avanzato alla Regione Campania per mettere in sicurezza l’area del ponte Orazio. Il documento, firmato dai sindaci Vincenzo Iaccarino e Giuseppe Tito e dai dirigenti tecnici comunali Graziano Maresca e Diego Savarese, alimenta le forti preoccupazioni per la tenuta dell’area. Domenica sera, per cause tutte da accertare, è venuta giù una porzione di via Ponte Orazio con il distacco di terreno dalla parete che sovrasta il vallone Lavinola. E’ una situazione grave, 70 famiglie sono isolate e l’allarme resta nonostante l’ok giunto ieri per l’esecuzione di lavori di messa in sicurezza.
Il costone delle paure
Il vallone Lavinola è da anni invaso da scarichi illeciti che, anche a detta degli ambientalisti del Wwf, rendono sempre più fragile la tenuta della zona. Sotto la luce dei riflettori c’è una superficie pari a 2mila 400 metri quadrati che deve essere bonificata e liberata dagli incubi di ulteriori cedimenti. Desta timore anche la condizione del ponte mentre sul versante di Meta vige tutt’ora il provvedimento di stop alla circolazione. La zona è cinturata, sono stati alzati due mini-muri per scongiurare il rischio che qualcuno, anche a piedi, possa avventurarsi lungo il tracciato giudicato a rischio.
«Fate presto»
I residenti sono esasperati. Per uscire di casa e raggiungere il centro di Piano di Sorrento e Meta devono imboccare strade alternative. Ma al di là dei problemi del traffico, rappresentano uno spauracchio le impressioni dei tecnici comunali impresse nelle relazioni a seguito di accurati sopralluoghi. «Speriamo si risolva tutto in fretta, così non possiamo andare avanti» è il grido di dolore delle 300 persone tenute in ostaggio tra le due cittadine.
Rischi idraulici elevati
Nell’incontro avvenuto due giorni fa al municipio di Piano di Sorrento si è discusso della pericolosità dell’area di via Ponte Orazio. Esaustivi alcuni passaggi della relazione spedita all’attenzione della direzione generale lavori pubblici regionale: «L’area interessata dal dissesto costeggia un tratto del vallone Lavinola, caratterizzato dalla presenza di falesie in tufo grigio fratturato di altezza di 30 centimetri. L’intera area rientra tra le aree a rischio idraulico R4 e pericolosità P4, nel Piano stralcio dell’Autorità di Bacino Campania centrale. Il tratto di strada crollato ha una lunghezza di circa 20 metri e un’altezza rispetto al fondo alveo di 30 metri, la parete sottostante è caratterizzata da tufo grigio estremamente fratturato lungo l’intero versante e si evidenziano situazioni di elevato rischio di crollo nelle immediate adiacenze del tratto già franato». Si tratta di un capitolo da tempo già affrontato pure dal presidente del Wwf Terre del Tirreno Claudio d’Esposito che ha parlato apertamente di errori anche negli interventi effettuati a titolo di “prevenzione”. Un duro attacco già al centro di una denuncia di alcuni anni fa.