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Botte con un cameriere, condannato lo chef della pizza vip di Sorrento. Scatta la contro-denuncia per lesioni
CRONACA
6 aprile 2017
Botte con un cameriere, condannato lo chef della pizza vip di Sorrento. Scatta la contro-denuncia per lesioni
metropolisweb

Un vero e proprio duello rusticano. Tutto per un sorpasso. Prima parole grosse, poi le botte. Che adesso costano una condanna. Due anni e quattro mesi ad Antonino Esposito, 49 anni di Sorrento, lo chef pizzaiolo dei vip, uno dei più noti a Sorrento e non solo, il “re” del ristorante-pizzeria “Acqu’ e sale” del porto di Marina Piccola, l’inventore della frusta sorrentina. L’imprenditore paga a caro prezzo il diverbio sfociato nel sangue ingaggiato con Aniello Durante, cinquantenne di Massa Lubrense, cameriere – all’epoca dei fatti – in un albergo della zona alta di Sorrento. I due si incrociarono lungo via Nastro Verde e scoppiò la zuffa. A pagarne le conseguenze fu soprattutto Durante, costretto a subire anche un intervento chirurgico per ridurre le fratture di mandibola e setto nasale oltre a due denti spaccati.

Il sorpasso azzardato
Tutto succede nel pomeriggio del 5 agosto 2015. Esposito lascia il suo ristorante, sale in sella al suo scooter e si dirige verso casa, in zona Sant’Agata sui due Golfi, seguendo a ruota la vettura della moglie che rientra assieme alla figlioletta. Nessun problema fino a quando la “comitiva” non raggiunge via Nastro Verde. All’altezza della curva situata accanto agli alberghi President e Johanna Park succede che – come dichiarato da Esposito – un furgoncino lo supera con una manovra pericolosa. Poi sorpassa anche l’auto della moglie dello chef. Al volante c’è Durante che sta raggiungendo il suo posto di lavoro: l’albergo Johanna Park. Il cameriere parcheggia nel cortile dell’hotel ed Esposito, scosso per l’incidente fortunatamente evitato, lo raggiunge. Per lo chef è «un tentativo di chiarimento».

La lite in hotel
Animi surriscaldati, Esposito e Durante ingaggiano una discussione che nel giro di pochi secondi sfocia in una lite. Stando alle ricostruzioni dell’epoca fatte dalla polizia, lo chef si avventa sul cameriere entrando nell’abitacolo del furgoncino. Nella sua versione, invece, il ristoratore parla di minacce e ingiurie subite. Succede il finimondo sotto gli occhi di inservienti e dipendenti dell’albergo e alcuni turisti. Sul posto arriva la polizia che blocca tutti e denuncia a piede libero Esposito. Viene sequestrato anche il casco indossato dallo chef su cui ci sono tracce ematiche ritenute importanti per le indagini della Procura di Torre Annunziata.

La condanna
Esposito viene rinviato a giudizio per lesioni aggravate. E sceglie di venir giudicato con rito abbreviato. Difeso dall’avvocato Danilo Di Maio, Esposito riesce a evitare la stangata: incassa dal giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Torre Annunziata Giovanni De Angelis due anni e quattro mesi nonostante la richiesta più alta, tre anni e sei mesi, formulata dal sostituto procuratore Mariangela Magariello.

La contro-denuncia
Durante, parte offesa nel procedimento con l’avvocato Silvia De Angelis, rischia però anche lui di finire sotto processo. Sul suo capo pende una denuncia, presentata da Esposito già due anni fa, per quella lite. A causa delle botte, il cinquantenne fu sottoposto a un intervento chirurgico. Secondo Esposito non si trattò di aggressione. Ma di legittima difesa tanto che fu medicato al pronto soccorso dell’ospedale di Sorrento con cinque giorni di prognosi.

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