Vandalizzate. Ancora una volta. L’area giochi di Terzigno, in pieno Parco Nazionale del Vesuvio, è stata distrutta. Scivoli, altalene e tunnel: tutto inaccessibile ora per i bambini del piccolo vesuviano.
E pensare che era tutto nuovo di zecca. Poco più di un mese fa l’amminsitrazione comunale, in accordo con la Sma Campania, aveva provveduto alla sostituzione delle giostre che erano state distrutte nel precedente raid vandalico di qualche mese fa. Dopo poche settimane sembra essere diventato tutto inutile. Tutto come prima. La scorsa notte le stesse scene di violenza gratuita contro un’area, che era diventata il punto di riferimento per le famiglie di Terzigno, si sono ripetute. Alcuni massi di grossa dimensione sono state lanciati contro le giostrine da un gruppo di ignoti. Le telecamere sono da tempo ko, il sistema di videosorveglianza comunale non aiuterà le forze dell’ordine a individuare i responsabili. Oggi quel parco giochi nell’area protetta a ridosso del vulcano che domina il golfo di Napoli è un campo da guerra. Ci sono i massi lanciati contro le strutture, bottiglie di birra lasciate vicino le altalene. E ci sono anche i cartelli dell’amministrazione comunale che per mettere in sicurezza l’area ha interdetto l’area ai cittadini.
Il Parco Nazionale del Vesuvio è sotto attacco. Perché oltre al parco giochi di Terzigno distrutto da un gruppo di vandali senza volto, ci sono anche gli incendi. Sette giorni fa il rogo nella pineta di fronte al museo Emblema. Fiamme divampate nel primo pomeriggio di sabato scorso. Un incendio di origine dolosa e destinato a restare impunito per gli scarsi mezzi. L’altra sera l’assalto con grossi massi all’area per giochi dei bambini di Terzigno. Sembra esserci un disegno criminale dietro questi fenomeni.