Torre del Greco. I rapporti con i colleghi di palazzo Baronale, fatta qualche rara eccezione, non sono mai stati idilliaci. E adesso – a sei mesi dall’addio al Comune di Torre del Greco – emergono retroscena capaci di chiarire le ragioni dello “scarso feeling” con gli storici dirigenti dell’ente di largo Plebiscito.
Dopo il dossier sulle allegre spese per il Natale 2015 all’ombra del Vesuvio, infatti, spunta una seconda relazione a firma dell’ex segretario generale Anna Lecora inviata agli ispettori della Corte dei Conti di Napoli: stavolta, a finire nel mirino della funzionaria non sono gli indirizzi politici della coalizione uscita vincitrice dalle elezioni del 2014 bensì i vertici della macchia comunale.
Le retribuzioni di risultato
Facendo seguito al primo esposto inviato al dottore Marco Catalano, la funzionaria arrivata all’ombra del Vesuvio dal Comune di Formia dopo essere passata per Pollena Trocchia e Afragola – la roccaforte dell’onorevole Vincenzo Nespoli – evidenzia in una missiva le (presunte) cattive abitudini della squadra di governo cittadino guidata dal sindaco Ciro Borriello in riferimento al fondo per il finanziamento della retribuzione di posizione e di risultato dell’area della dirigenza, partendo dall’anno 2015. Anno in cui, secondo la nota firmata da Anna Lecora e inviata – corredata da sette allegati – all’attenzione della Corte dei Conti di Napoli, la giunta comunale prima costituì il fondo ad hoc per i “cervelloni” di palazzo Baronale e poi aggiustò in corso d’opera i conti con un’integrazione licenziata a dieci mesi di distanza.
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