Torre del Greco. La settimana santa non porta la pace a palazzo Baronale. Anzi, al contrario. Le tappe di avvicinamento alla domenica di Pasqua, infatti, segnano un brusco dietrofront rispetto al confronto chiarificatore invocato dal presidente del consiglio comunale Pasquale Brancaccio e “accordato” dal sindaco Ciro Borriello. Con un paletto preciso: «Dialogo sì, rimpasto in giunta no». Un paletto capace di raffreddare gli entusiasmi della maggioranza e fare calare un mesto silenzio sulla riunione a cui – secondo l’iniziale proposta del politico-ultrà alla guida dell’assise – avrebbero dovuto partecipare tutti i rappresentanti della coalizione uscita vincitrice dalle elezioni del 2014.
La ritirata strategica
Ma, all’indomani del sì al summit pronunciato dal leader locale del centrodestra, qualcosa è cambiato. La “disponibilità condizionata” mostrata da Ciro Borriello non è piaciuta a Pasquale Brancaccio «perché dettata da un travisamento delle mie intenzioni – sottolinea il presidente del consiglio comunale – la proposta di incontrare tutti gli alleati nasceva dall’esigenza di programmare il futuro della città, senza aprire una nuova guerra per poltrone e incarichi: evidentemente al sindaco è stato riportato in maniera distorta il mio pensiero». Di qui, la decisione di rinunciare all’idea di organizzare l’incontro: «A questo punto – le parole del politico-ultrà – mi defilo. Lascio ai miei colleghi o al sindaco l’onere di organizzare la riunione».
L’incontro della discordia
Dietro i malumori di Pasquale Brancaccio, in realtà, ci sarebbero i tête-à-tête promossi dal primo cittadino al rientro dalla trasferta di lavoro in Francia. In particolare, il primo cittadino ha già incontrato Vittorio De Carlo – l’ex difensore della Turris pronto a giocare all’attacco per ottenere visibilità all’interno della squadra di governo cittadino -a cui avrebbe promesso di sistemare i conti in sospeso dopo il prossimo consiglio comunale, programmato per gli inizi di maggio. Insomma, a dispetto degli appelli all’unità, la strategia dell’ex deputato di Forza Italia non cambia: accordi unilaterali con ogni singolo alleato per mantenere la linea di galleggiamento in aula e tirare avanti fino al momento della scelta sulla candidatura alle prossime politiche.
I malumori degli alleati
Una strategia, ovviamente, indigesta a chi – fino a oggi – non ha visto premiata la “fedeltà” ai programmi di governo cittadino e, anzi, si è visto scavalcare da colleghi arrivati a insultare pubblicamente in aula Ciro Borriello o a fare da “elastico” per mantenere costantemente in bilico i numeri della maggioranza. «Al netto delle scelte personali – sottolinea Maria Gabriella Palomba – ritengo opportuno organizzare ugualmente una riunione tra tutti i consiglieri comunali e gli assessori per programmare le iniziative da mettere in campo per rilanciare la nostra azione politica e per condividere il percorso da intraprendere fino al termine del mandato». Concetti rilanciati dall’ex dissidente Luigi Caldarola: «Il sindaco dovrebbe, in primis, chiarire la sua posizione in merito alle voci di una sua futura candidatura alle prossime politiche – le parole del soldato di via Lamaria – e poi fissare gli obiettivi da centrare prima della fine dell’attuale esperienza di governo cittadino. è il momento di chiudere la “guerra tra bande” in corso da mesi in municipio per provare a realizzare qualcosa di positivo per una città evidentemente penalizzata dall’attuale stallo politico-amministrativo».
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