San Giuseppe. Nuova bufera sulla biblioteca comunale di San Giuseppe Vesuviano. I locali, riaperti dopo due anni e trasferiti nella scuola Marciotti, sono finiti al centro di un esposto ora nelle mani della magistratura. «Inagibili e poco sicuri» c’è scritto nel dossier inviato dal leader della minoranza Ambrosio al tribunale di Nola, al commissariato di polizia e al prefetto di Napoli. Un caso sollevato a due mesi dalla riapertura della struttura nell’ex scuola Marciotti, off limits per i bambini di San Giuseppe da due anni.
L’apertura
L’apertura della biblioteca comunale dopo due anni di stop è avvenuta lo scorso 23 febbraio, quando l’amministrazione comunale ha annunciato lo spostamento degli uffici fantasma nell’ex scuola elementare Marciotti. L’ente parlava di «rinnovato Ufficio Biblioteca di via Marciotti, ritinteggiato, cablato e dotato di impianti tecnologici, i cittadini potranno consultare i testi già catalogati, ed in corso di continuo aggiornamento, che costituiscono patrimonio culturale della città. L’Ufficio Biblioteca costituirà un punto di riferimento sul territorio di centrale importanza per gli studenti, per il mondo della cultura e per tutti coloro i quali già amano la lettura o desiderano avvicinarsi ad essa».
L’esposto
I fari della magistratura sulla nuova biblioteca comunale di San Giuseppe sono stati accesi alcuni giorni fa, quando un esposto a firma del consigliere comunale di minoranza Antonio Agostino Ambrosio ha sollevato una doppia questione. «E’ stata aperta al pubblico in violazione della legge – si legge nel documento sottoposto ai procuratori del tribunale di Nola – perché sprovvista dei requisiti sull’agibilità d’uso e sulla sicurezza, con grave rischio per l’incolumità e dei frequentatori dei locali». Accuse dure e supportate da una serie di documentazioni – anche queste sottoposte – alla magistratura in cui veniva evidenziato che «non vi è presente il piano antincendio e di evecuazione ed è in corso da parte del responsabile del servizio di prevenzione e protezione la valutazione dei rischi nella sicurezza sul lavoro dei dipendenti». E pertanto Ambrosio chiede: «di controllare per tutelare la sicurezza dei cittadini e dipendenti comunali impiegati nella struttura». Un caso che rimette nella bufera il primo cittadino Vincenzo Catapano, costretto ancora una volta a difendersi da pesanti accuse.
Toccherà ora agli organi inquirenti chiarire il caso e intervenire qualora fossero accertate anomalie.