Nei giorni scorsi avevano avviato una serie di confronti con le forze politiche in campo per conquistare il governo cittadino di Pompei. Poi la scelta di correre da soli. Gli esponenti del movimento “Pompei città ribelle” si tuffano nell’arena elettorale. Presenteranno un proprio programma e un proprio candidato a sindaco: «La decisione è di camminare da soli perché abbiamo voglia di sganciarci dalle solite dinamiche».
Politica dal basso
Un movimento che vuole, quindi, segnare una discontinuità rispetto alla politica tradizionale. Potrebbero essere loro la vera novità i questa tornata elettorale all’ombra del Santuario, considerando anche la decisione presa dai grillini lo scorso 18 marzo. Dal meetup una lunga lettera aperta che denunciava «la scarsa partecipazione e voglia di lavorare dei cittadini» e invocava «un cambiamento culturale, di mentalità al quale oggi purtroppo la città di Pompei non sembra essere pronta». Niente Movimento 5 Stelle quindi in corsa per Palazzo de Fusco.
Pompei città ribelle
In queste ore il gruppo sta dando vita a una serie di incontri per la scelta del nome da schierare contro le altre coalizioni in campo. Coordinatore del movimento è Giovanni Precenzano: «Stiamo lavorando ad alcune idee, come ad esempio una sorta di parlamento popolare». L’intenzione è quella di proporre un candidato sindaco “giovane”. Tra i membri del direttivo di Pompei città ribelle ci sono Andrea Mastrice, Armando Vengone, Antonio Di Paolo, Salvatore Vitiello, Giovanni Postiglione.
Gli obiettivi
«Abbiamo lanciato un appello ai cittadini, chiunque abbia idee da proporci è benaccetto. Si faccia avanti il popolo», ha continuato Precenzano. Sul tavolo ci sono già alcune idee che potrebbero confluire nel programma elettorale, come il rilancio delle vocazioni principali della città a cominciare da quella agricola e quella artigianale. «Ma pensiamo anche a creare una serie di eventi in città che vadano aldilà del turismo archeologico o religioso», ha continuato il portavoce di Pompei città ribelle, «ad esempio nel polo florivivaistico. Poi fondamentale è creare una sorta di osmosi tra la città antica e la città moderna. Si produce immondizia come se fossimo una città di 50mila abitanti vista la presenza dei turisti, ma dagli Scavi non arriva alcun beneficio alla città mentre noi dobbiamo garantire pulizia e sicurezza». «Bisogna anche ripensare la Ztl che al momento è solo un ticket bus. Non diciamo che non bisogna pagare ma creare condizioni di equilibrio sul territorio per tutti gli operatori», ha concluso Precenzano, «un altro punto centrale sarà la formazione nelle scuole. Pensiamo a corsi per accoglienza turistica e per il restauro già dalle giovani generazioni».