“In questo momento lo scudetto è sognabile ma non programmabile”. Così il tecnico del Napoli, Maurizio Sarri, parlando dell’ambizione degli azzurri di tornare a vincere il titolo in serie A. “Prima o poi Inter e Milan cominceranno a fare risultati in relazione alla loro storia e al loro budget, è normale che tornino al vertice. Ma questo rientra nell’aspetto razionale che non è programmabile, quindi non va a inficiare il sogno”, dice Sarri, che nella conferenza alla vigilia della sfida di San Siro con l’Inter si sofferma anche sul suo futuro. “Io ho un contratto e non vedo una problematica. Mi sono messo a disposizione e se il presidente non è contento sono pronto a farmi da parte. Se poi non sarò contento io lo dirò solo ad agosto. C’è da dare seguito al progetto e questo non è solo l’allenatore, ma anche i ragazzi che lo rappresentano. Se il presidente ha questa volontà, io ho questa volontà”. E rispondendo a una domanda sul futuro di Mertens aggiunge: “La penso come su Insigne, sono giocatori rappresentativi di questo ciclo. Se fanno parte del ciclo, bene, altrimenti il ciclo è finito”.
Intanto, il Napoli ha ancora la possibilità di prendere il secondo posto, attualmente occupato dalla Roma con 4 punti di vantaggio: “Noi dobbiamo credere di poter vincere tutte le partite, la nostra convinzione feroce deve essere questa. Poi magari non ci consentirà di arrivare secondi, ma questo non dipende più da noi”, fa notare Sarri, consapevole delle insidie legate alla partita con l’Inter. I nerazzurri sono reduci da giorni di ritiro seguiti alla sconfitta di Firenze: “La società ha preso questa decisione e può darsi che la squadra abbia una reazione forte. E’ una partita difficile e pericolosa, ma se affronti l’Inter a San Siro non puoi aspettarti niente di semplice”. Il tecnico del Napoli ha vinto in settimana il premio Bearzot: “Sarei stato più contento di venire via da Sassuolo con i tre punti, perché la partita ha detto che noi avremmo meritato la vittoria. I premi da scrivania -conclude- fanno piacere, ma io sono uomo di campo”. “Gonalons e Tolisso non sono venuti a Napoli per colpa di Gomorra? Mi dispiace per quello che si sono persi”.