A Ercolano il Pd “accoglie” i migranti. Da questa mattina, infatti, decine di richiedenti asilo e rifugiati politici – nel vero senso della parola – stanno partecipando alle primarie per la scelta del segretario nazionale dei dem. I migranti – quelli regolari, per le norme del Pd, possono partecipare al voto – stanno esprimendo le proprie preferenze nel seggio di San Vito, nella zona dove è situato il centro di accoglienza che ospita circa 100 cittadini fuggiti dall’Africa.
“Si tratta dei migranti che stanno partecipando al programma di integrazione e accoglienza promosso dal Comune, non c’è nulla di strano”, commenta il segretario locale dei dem Piero Sabbarese.
I seggi di Ercolano – la città del sindaco renziano, Ciro Buonajuto – sono comunque tra i maggiormente attenzionati dagli osservatori “ombra” inviati dal Nazareno.
“Mi fa piacere che un gruppo di immigrati del Centro di Accoglienza di Ercolano abbiano deciso di partecipare a una festa della democrazia. Da mesi partecipano attivamente a tutte le manifestazioni organizzate in città, sono stati in prima fila alle Marce per la Legalità, alle inaugurazioni dei parchi pubblici, ad incontri con le scuole del territorio e più recentemente alle celebrazioni per la Festa della Liberazione. Non so oggi per chi abbiano votato, ma sono contento di questo meraviglioso segnale di integrazione che arriva da Ercolano”, così il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto.
“Ormai siamo presenti da 2 anni sul territorio ercolanese ed i ragazzi si sentono parte attiva della città – dice Salvatore Filosa, coordinatore della cooperativa L’Impronta che gestisce il Centto di Accoglienza di Ercolano – Sono due anni che non manchiamo mai a nessuno appuntamento istituzionale ed abbiamo collaborazioni giornaliere con il Forum dei giovani e con altre realtà del territorio come l’associazione Act e le classi della scuola superiore Tilgher. Nei giorni scorsi, alcuni dei ragazzi si sono informati sulle primarie ed hanno deciso di votare. Lo hanno visto come un’occasione per sentirsi parte della comunità in cui vivono da due anni”.