Pompei. E’ stata avviata la convenzione operativa tra Mibact e Cnr per il primo Smart Archaeological Park in Italia e al mondo, un progetto frutto di un partenariato pubblico – privato che integra la collaborazione continua tra Enti di Ricerca, Università, imprese e Istituzioni di governo. “Andare verso la realizzazione del primo Smart Archaeological Park in Italia e al mondo significa promuovere una gestione intelligente, sostenibile e inclusiva del Parco Archeologico di Pompei”, si legge sul sito del Centro Nazionale delle Ricerce, “armonizzando la tutela, con la protezione e la valorizzazione del Patrimonio attraverso l’adeguamento dei servizi ai reali bisogni e alle reali esigenze dei visitatori e degli operatori presso il Parco Archeologico; l’incremento delle prestazioni dei dispositivi e degli impianti minimizzando i costi al fine di promuovere un uso efficiente ed efficace delle risorse; l’aumento dell’accessibilità delle persone con disabilità sensoriale e cognitiva all’interno del Parco”. Il modello tecnologico integrato attraverso l’uso delle tecnologie loT (Internet of Things), consente di controllare e gestire la sicurezza delle persone, dei monumenti in condizioni normali e in situazioni di emergenza. Il progetto è stato anche al centro di un servizio della trasmissione di divulgazione scientifica Voyager. «Tutto nasce da un accordo tra il ministero dei Beni Culturali e il Cnr che hanno scelto Pompei come progetto pilota», ha spiegato il Direttore Generale della Soprintendenza Massimo Osanna, «Pompei verrà adeguata alle smart cities». Grazie alla tecnologia IoT, il sistema tecnologico integrato è modulare e flessibile, al fine di aggiungere in qualsiasi momento ulteriori dispositivi o componenti, sensori, utili alla gestione ottimizzata e sostenibile del sito. «Andare verso la realizzazione del primo smart archaeological park in Italia e al mondo significa andare nella direzione di una gestione intelligente, inclusiva e sostenibile del parco archeologico», ha aggiunto il responsabile del Cnr per Smart@Pompei Luca Papi, «armonizzando tutela, protezione e valorizzazione del patrimonio. Significa aumentare le prestazioni dei dispositivi e degli impianti, riducendo i costi, aumentare l’accessibilità delle persone con disabilità. Tutto questo lo stiamo facendo con la collaborazione di enti di ricerca, imprese e istituzioni di Governo». «Le infrastrutture portanti realizzate sono soprattutto quelle relative alla dorsale in fibra ottica», ha spiegato Alberto Bruni, responsabile Mibact per Smart@Pompei, «a supporto e per il trasporto di tutta la comunicazione sia per la videosorveglianza sia per l’impianto di illuminazione a led e il sistema di copertura wi-fi realizzato con oltre cento antenne e access point». «Pompei resta una città antica», ha concluso Massima Osanna, «non deve essere snaturata. Intervenire in maniera tecnologica combattere la sfida di non snaturare un sito ma portando all’interno una tecnologia contemporanea. Avremo anche la possibilità di installare sensori per monitorare il dissesto idrogeologico e i turisti saranno forniti di bracciali per poter essere monitorati e salvaguardati sotto il profilo della sicurezza»
CRONACA
5 maggio 2017
Scavi di Pompei, nasce il parco archeologico 2.0