Ottaviano. Da oggi, per quattro giorni, nella città di Ottaviano vanno in scena i festeggiamenti della festa patronale di San Michele ma da alcuni giorni è già polemica tra il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “D’Aosta” Michele Montella e il primo cittadino Luca Capasso.
I fatti. Il 5 maggio, sul sito istituzionale della scuola, è stata pubblicata una lettera aperta, a firma appunto del dirigente scolastico e indirizzata al sindaco, attraverso la quale il capo del plesso di viale Ottaviano Cesare Augusto, riportava il suo disappunto sulla decisione dell’amministrazione comunale di sospendere le lezioni per cinque giorni.
La lettera. Dopo poche righe dove il dirigente si complimenta con l’amministrazione, Montella scrive: “La scuola sarà chiusa fino a mercoledì 10 maggio – si legge nella lettera aperta – e questa notizia ha suscitato l’entusiasmo dei ragazzi: non ho potuto rimproverare loro l’allegria per un po’ di giorni di vacanza, eppure noi adulti dobbiamo porci un interrogativo serio: quanto un tale entusiasmo rappresenti una condizione per sviluppare una cultura favorevole allo studio e soprattutto ad una valutazione positiva del fare scuola”. Ripercorre i passi di don Lorenzo Milani e poi aggiunge: “conosco perfettamente il tuo impegno su alcuni aspetti delle nostre scuole, non lo disconosco, ma a volte un gesto, una decisione come questa, può lasciare percepire in sottofondo, anche involontariamente, la svalorizzazione delle caratteristiche civili e democratiche della scuola”. E’ lo stesso Montella poi a concludere “Non ce la faccio a tacere e a non dirti quanto sia addolorato per una decisione che, insieme a tanti altri segnali che la nostra società invia contro la scuola, aumenta il disamore per l’applicazione e per il gusto di studiare”.
Le reazioni. La lettera fa il giro dei docenti, arriva agli studenti e di conseguenza ai genitori e tutti iniziano a condividere l’appello di Montella: uno sfogo contro la chiusura della scuola, condividendo e rispettando i festeggiamenti, ma appellandosi ai buoni esempi per garantire una buona scuola.
La replica. “Non è solo un momento ludico la Festa di San Michele – ribatte il primo cittadino Luca Capasso – al preside mi viene da rispondere che visto che la scuola non pensa alla cultura e alle tradizioni ci pensiamo noi. In questi cinque giorni di festa gli alunni non siederanno tra i banchi di scuola, è vero, ma parteciperanno a tutti i momenti organizzati in occasione della festa patronale, a partire dalla storica Diana che ogni anno vede sempre più bambini, alunni proprio delle scuole del territorio, partecipare con entusiasmo”. E’ lo stesso poi Capasso a concludere: “La scuola chiusa non significa impedire che la cultura venga trasmessa agli studenti, anzi, significa calarli nelle tradizioni della propria città, partendo dal rispetto delle proprie origini, sappiamo bene cosa significa custodire i valori e le tradizioni ecco perché li coinvolgiamo. Non è assolutamente una mancanza di rispetto per la cultura”.