Un invito a tradurre la fede in opere e la sollecitazione ai cristiani a scatenare una “rivoluzione” al termine della preghiera, capace di “far sorridere un po’ tante persone” povere, mediante un gesto concreto di carita’. E’ stato questo il messaggio del Cardinale Francesco Montenegro, Arcivescovo Metropolita di Agrigento e Presidente della Caritas Italiana, a Pompei per l’annuale supplica alla Madonna del Rosario, che si recita due volte l’anno, a ottobre e l’8 maggio, dal sagrato della Basilica fondata dal beato Bartolo Longo. Una preghiera che unisce i cattolici da New York a Sydney, da Buenos Aires a New Delhi, da Asmara a San Paolo del Brasile e che si recita anche in Vaticano. Papa Francesco, ieri, dopo il “Regina Coeli”, ha ricordato ai fedeli “rivolgeremo la Supplica alla Madonna del Rosario di Pompei”, per chiedere la pace. Tutte le chiese cattoliche del mondo si sono affollate alle ore 12 in quella che viene chiamata “l’ora del mondo”. Tuttavia, 50mila fedeli, giunti da tutta la Campania, hanno voluto pregare davanti all’altare allestito sulle scale del Santuario per le decine di sacerdoti giunti per concelebrare ai piedi del quadro della Vergine del Santo Rosario di Pompei. Ad accogliere il prelato, monsignor Tommaso Caputo, arcivescovo di Pompei. Il cardinale Montenegro ha poi avvertito i fedeli: i poveri non si scelgono. “Oggi, purtroppo – ha detto il presidente della Caritas italiana – assistiamo a una certa “filosofia della carita’”, piena di tanti ‘ma’ e ‘se’. Non raramente capita infatti di voler essere noi a scegliere i poveri che ci piacciono, escludendo senza alcun imbarazzo tutti gli altri, dimenticando che in tutti, ma in tutti, Lui c’e'” Il motivo trainante e’ stata l’attenzione e la carita’ verso gli ultimi, verso gli umili, verso gli immigrati. Ma ha anche ricordato che “una fede che guardi solo il cielo, dimenticandosi della terra, e’ una fede morta; la fede c’e’ quando c’e’ la carita’. Anzi la carita’ e’ il termometro della fede”. Purtroppo, pero’, “Il contesto sociale nel quale viviamo ci mette quotidianamente a contatto con molte forme di poverta’ e di disagio sociale. Non e’ raro incrociare persone che non hanno nulla con cui vivere e che sono costrette a rovistare nei cassonetti della spazzatura pur di trovare qualcosa. Intanto in Italia si butta nelle pattumiere cibo per 8,7 miliardi di euro”, e’ stata la denuncia lanciata dal presidente della Caritas da POMPEI. “Pensate a quanto bene verrebbe fuori – ha concluso Montenegro – se quanti oggi reciteremo la Supplica alla Madonna di POMPEI decidessimo di fare un’opera concreta di carita’! Sarebbe gia’ una rivoluzione! Tante persone riuscirebbero a sorridere un po’!
CRONACA
8 maggio 2017
Supplica a Pompei: card. Montenegro, bisogna tradurre la fede in opere