Scafati. «Il ricorso al Tar non è un attacco alla Commissione ma il legittimo esercizio di un diritto avverso un provvedimento che, seppur legittimo nella sua emanazione, ritengo discutibile nei contenuti». L’avvocato scafatese Laura Semplice spiega le ragioni che l’hanno indotta a sottoscrivere il documento con cui 17 persone (di cui 15 ex assessori e consiglieri dell’amministrazione Aliberti) hanno impugnato dinanzi al tribunale amministrativo regionale del Lazio il decreto di scioglimento per infiltrazioni camorristiche del Consiglio comunale di Scafati.
Un chiarimento che arriva a poche ore dal polverone sollevato dalle forze di opposizione scafatesi, convinte che l’azione di Laura Semplice vada in conflitto con l’incarico ricoperto dalla professionista, legale della società partecipata Scafati Sviluppo (dichiarata fallita dal Tribunale di Nocera Inferiore lo scorso 13 aprile) e in passato candidata al Consiglio comunale. «Onde fugare ogni dubbio – ha spiegato l’avvocatessa -, chiarisco che la decisione di proporre il ricorso l’ho maturata da sola e senza alcun tipo di condizionamento. Sarà perchè la capacità di discernimento ancora mi appartiene, perchè sono una “romantica” del diritto, perché credo nella democrazia e riconosco nel diritto di voto la forma più ampia di partecipazione alla cosa pubblica. Sarà perchè credo nella giustizia e nella sua terzietà e leggendo il decreto di scioglimento mi è sorto qualche dubbio circa la fondatezza del provvedimento. E quale modo migliore per fugare i dubbi se non affidarmi al giudizio e alla valutazione del Tar? Capisco il clima di tensione, non tollero, però, chi cerca ti travisare i ruoli, ipotizzando e affermando incompatibilità e infedeltà inesistentii».
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