Portici. Un nuovo stop burocratico tra la Regione Campania e il Comune di Portici provoca l’ennesimo ritardo nell’arrivo degli attesi fondi – circa 8 milioni di euro – necessari a dare il via alla riqualificazione di via Dalbono, il rione-degrado di Portici.
Nello specifico ci sarebbe da correggere una delibera relativa al piano dei lavori esecutivi: collegamento ai cunicoli fognari pubblici, campetto multiuso per i bambini, abbattimento delle vecchie case costruite in amianto e la realizzazione di due palazzine da 11 alloggi ciascuna destinate a famiglie in attesa da circa 30 anni di una casa.
Il tutto poi dovrà passare alla Regione Campania, chiamata a dire sì ai lavori e successivamente erogare i fondi all’ente di palazzo Campitelli. Lavori che sarebbero già stati approvati e affidati nel 2015 a una ditta appaltante esterna, assieme alla progettazione esecutiva. Insomma sarebbe dovuto essere già tutto pronto, perfino il bando di gara per “scovare” la ditta ideale sotto il profilo qualità- prezzo. L’unica cosa che manca resta la firma dell’atto esecutivo da parte dei dirigenti della Regione Campania.
Ma chiaramente mentre il lunghissimo iter burocratico dovrebbe – il condizionale in questo caso è d’obbligo – giungere al termine, i problemi legati alla vita tra abbandono e asfalto diventano sempre più pesanti. Proprio nei giorni scorsi, infatti, i residenti hanno lanciato l’ennesimo appello al commissario prefettizio, alla protezione civile e all’ufficio tecnico del palazzo di vetro. Il pozzo nero è nuovamente intasato e l’immondizia scaricata abusivamente che ha reso l’area circostante una vera e propria discarica a cielo aperto cresce di giorno in giorno. Così la vita per i residenti delle case popolari continua a scorrere “regolarmente” tra carcasse di auto, siringhe utilizzate dai tossicodipendenti, relitti di moto abbandonate e gettate lì, proprio come se fosse terra di nessuno. Ora la speranza è aggrappata a un filo sottile e fragile. Ma a rincuorare i residenti c’è il dato di fatto che negli ultimi mesi, geologi, operai e tecnici hanno perlustrato in lungo e in largo l’intero rione di via Dalbono per effettuare tutti i sondaggi del caso, accertare l’effettiva possibilità di scavare, demolire e costruire senza rischi. Inoltre, lo stesso viceprefetto Roberto Esposito ha fatto sapere di essere andato più volte in Regione per incontrare i dirigenti e cercare di scrivere la parola “fine” sul diario del degrado che prosegue da 30 anni.