Una nuova bufera s’abbatte sulle elezioni comunali di Somma Vesuviana. Dopo il caso delle presunte ingerenze e pressioni al candidato del Partito Democratico che si è ritirato dalla corsa, ora si parla di compravendita di voti. Soldi ed elettrodomestici in cambio di una X il prossimo 11 giugno. Persone vicine ai candidati in corsa per un posto nel consiglio comunale avrebbero offerto beni materiali, pur di ottenere voti utili alle elezioni che tra una settimana decideranno il nuovo sindaco di Somma Vesuviana; il quinto negli ultimi 11 anni all’ombra del Vesuvio. Le accuse sul presunto voto di scambio infiammano nuovamente una travagliata campagna elettorale, arrivata agli sgoccioli e segnata da polemiche e inchieste. Un altro fascicolo di inchiesta sulla questione voto potrebbe essere aperto nei prossimi giorni, in attesa che i riscontri agli esposti inviati nei giorni scorsi ottengano conferme. Le voci sulla compravendita dei voti sono ormai note in città e durante i comizi ormai non si discute di altro. A parlarne è stato anche il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, ieri a Somma Vesuviana per supportare la candidatura di Salvatore Di Sarno (uno dei 5 in lizza per la fascia tricolore nel piccolo comune vesuviano). «Ci sono state segnalate alcune vicende inquietanti – spiega Borrelli – come la compravendita del voto a 50 euro a persona e anche la spesa e il pagamento delle bollette in cambio del consenso. Per le famiglie di almeno 4 persone ci hanno segnalato in cambio del voto l’acquisizione di ferri da stiro, forni a micro onde e addirittura lavatrici e lavastoviglie. Temiamo anche che questi elettrodomestici siano di dubbia provenienza. Casomai rubati o estorti tramite sistemi usurai o di racket dalla criminalità. Per questo chiederemo al Prefetto di Napoli e alla Magistratura di porre la massima attenzione in questo comune negli ultimi giorni di campagna elettorale per fermare questa deriva ed eventuali gravissimi reati».
CRONACA
5 giugno 2017
Elettrodomestici e soldi in cambio del voto, scoppia la bufera compravendita per le elezioni a Somma Vesuviana