Torre del Greco. «Sia per la loro conformazione architettonica e funzionale sia per le condizioni di scarsa accessibilità e fruibilità dovute alla ripidità delle scale d’accesso i locali attualmente occupati dalla protezione civile non sono idonei a una destinazione d’uso ufficio». L’ennesima doccia gelata per la palazzina sgarrupata individuata dall’amministrazione comunale targata Ciro Borriello come “centrale operativa” della protezione civile è racchiusa nelle cinque righe finali della relazione firmata dall’ingegnere Cuono Fatigati, il professionista di Acerra incaricato di effettuare un accurato sopralluogo all’interno dell’edificio situato negli ex Molini Meridionali Marzoli dopo gli esposti-denuncia dei rappresentanti sindacali dei lavoratori.
In effetti, il dossier inviato all’ingegnere Vincenzo Visconti – coordinatore dell’unità operativa per la manutenzione degli immobili comunali – non lascia dubbi sulle precarie condizioni dei locali in cui sono stati sistemati i tre componenti dell’ufficio di protezione civile, di cui due praticamente a part-time. «La palazzina è caratterizzata da una struttura in muratura composta da due piani fuori terra – la premessa dell’architetto -. Per accedere al primo piano, dove sono collocati gli uffici della protezione civile, bisogna utilizzare due rampe di scale strette e ripide, a causa dell’eccessiva altezza dei gradini».
Esattamente il disagio lamentato dal geometra assegnato come istruttore tecnico all’ufficio di protezione civile. Non solo: «Da un’attenta osservazione svolta durante il sopralluogo – prosegue l’architetto Cuono Fatigati – è stato rilevato che il fabbricato presenta in alcuni punti della facciata la mancanza di parti di intonaco e sul cornicione lungo la copertura c’è la presenza di lesioni dovute al rigonfiamento dello stesso intonaco».
Di qui, la bocciatura della palazzina sgarrupata degli ex Molini Meridionali Marzoli, bollata come «non idonei a una destinazione d’uso ufficio». In pratica, prima di mettere mano a un vero piano di protezione civile, l’amministrazione comunale targata Ciro Borriello si dovrà preoccupare di trovare una vera base operativa – possibilmente a norma di legge – per l’organismo chiamato, in teoria, a garantire la sicurezza dei cittadini.