Docente all’università di Perugia, il medico Carmine Alfano è l’anima democratica della coalizione che ha portato alla vittoria Vincenzo Ascione. Sconfitto al turno delle primarie è riuscito a costruire una squadra alternativa al progetto di Ascione e del Pd pura decidendo di sostenerlo. Alfano, anima democratica si prepara così ad avere un ruolo di primo piano nel prossimo governo, anche se non in prima persona, insomma un sindaco “ombra”.
Da rivale ad alleato di Ascione: cosa è cambiato?«Nulla. Il nostro progetto per la città è rimasto intatto. Abbiamo accettato la sconfitta al turno delle primarie e come promesso abbiamo sostenuto Ascione. Siamo persone perbene, con un progetto chiaro da realizzare che va oltre i pregiudizi. D’altronde, in politica, servono poco. Le nostre idee, le nostre richieste per contribuire allo sviluppo di Torre Annunziata restano tali e le abbiamo sottoposte ad Ascione che ha sposato il nostro programma. Ora vedremo».
La sua coalizione conquista ben cinque seggi: determinante per le scelte in giunta?«E’ presto per dirlo. Per ora godiamoci la proclamazione e i festeggiamenti che Ascione e tutto il gruppo merita per il brillante risultato conseguito. Per la giunta non facciamo alcun conto matematico o politico. Io non mi aspetto nulla se non che Ascione rispetti tutti gli impegni presi con l’intera coalizione. Non si tratta di impegni per poltrone per programmi da realizzare: questa città è già rimasta per troppo tempo indietro, è tempo di rimettersi in carreggiata: dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare. Ma prima di tutto fare presto».
Cosa si aspetta dai suoi cinque consiglieri?«Mi aspettavo tanto e mi hanno già dato molto. Non è facile coinvolgere persone per un progetto politico, sopratutto se queste non hanno mai avuto un ruolo politico. Abbiamo dovuto abbattere il muro della disaffezione e conquistare la fiducia. Da loro mi aspetto solo che continuino ad essere persone affidabili, serie e che mettano in campo le loro professionalità. Sicuramente sarà un consiglio comunale con volti nuovi, con giovani e già è una prima conquista per la città. Linfa nuova per un cambiamento possibile».
E il suo ruolo quale sarà?«Non ho bisogno di ruoli e nè li ho mai cercati. Potevo candidarmi lo stesso nonostante la sconfitta alle primarie e invece ho deciso di mettere da parte scelte di primo piano per costruire un progetto di cambiamento. L’unico interesse che abbiamo come gruppo è quello di portare avanti delle progettualità che erano alla base del nostro programma. Bisogna tagliare con il passato, in tutti i sensi a partire dall’era Starita. Dieci anni sono bastati. Come più volte ribadito anche dall’onorevole Mario Casillo: stop alla continuità ora si guarda avanti e si lavora per rilanciare questa città e dare dignità a chi ci vive. Siamo carichi e pronti alla rivoluzione».