Torre del Greco. La bufera era praticamente annunciata e puntuale si è abbattuta sul sindaco-sceriffo Ciro Borriello. Perché l’infornata elettorale decisa alla vigilia della corsa per una poltrona a Roma – l’ex deputato di Forza Italia potrebbe lasciare a breve palazzo Baronale per provare la scalata-bis in parlamento – non poteva passare inosservata a chi frequenta abitualmente le “stanze dei bottoni” in municipio.
E le attenzioni dei vertici del Pd si sono immediatamente concentrate sulla raffica di assunzioni part-time a tempo indeterminato – 13 posti da vigile urbano, sei posti da coordinatore di vigilanza, 8 posti da tecnici e due posti da psicologi – messe in cantiere dal leader locale del centrodestra con la valigia in mano: in particolare, i fari si sono accesi sul bando per i sei nuovi coordinatori di polizia municipale riveduto e corretto alla vigilia delle selezioni per esami e titoli.
Le modifiche in corso d’opera hanno riguardato proprio la commissione esaminatrice, stabilita – attraverso un’apposita delibera della giunta comunale targata Ciro Borriello – a giugno del 2015: come da regolamenti e norme in vigore, il presidente della commissione doveva essere il comandante Salvatore Visone – dirigente del settore autonomo di polizia municipale – mentre “a latere” erano stati individuati il vice Andrea Formisano e il coordinatore di vigilanza Gennaro Russo.
Una triade praticamente stravolta a due anni di distanza, quando – attraverso un nuovo provvedimento dell’esecutivo – Ciro Borriello & co. hanno provveduto alla sostituzione di due commissari su tre in base a presunte «modifiche che riguardano le modalità di nomina delle commissioni esaminatrici dei concorsi». Dunque, fuori Andrea Formisano e Gennaro Russo e dentro Domenico Gelormini – il neo segretario generale voluto proprio dall’ex deputato di Forza Italia a palazzo Baronale – e il super-dirigente del Comune, Ernesto Merlino.
Uno stravolgimento sospetto capace di fare scattare l’offensiva del gruppo consiliare del Pd: in una missiva inviata al responsabile della trasparenza dell’ente di largo Plebiscito, gli esponenti democrat chiedono di sapere in primis le ragioni per cui – come da regolamenti e norme – la presidenza della commissione esaminatrice non sia stata affidata al dirigente del settore autonomo di polizia municipale e i motivi della mancata conferma dei due commissari individuati a giugno del 2015. «Le assunzioni in Comune sono salutate con favore da tutti – affermano i rappresentanti del Pd – a patto che le “regole del gioco” siano chiare e trasparenti». Una prima bordata, in attesa di ulteriori approfondimenti relativi ai restanti concorsi dell’infornata elettorale decisa dal sindaco con la valigia.