Torre del Greco. Sono passati 6 anni dall’ultima edizione dell’Ottava. Oggi i Quatto Altari sono solo un ricordo, accantonato insieme a vecchi foto di carri e tappeti. «Mio padre ogni anno faceva un colletta per la festa. Era semplicemente un momento di gioia», apre così il dibattito Antonello Aprea, promotore dell’iniziativa per ripristinare lo storico evento in grado di unire tradizione e religione.
Una cinquantina di nostalgici, politici e sacerdoti hanno dato vita al primo incontro al teatro Sant’Anna per sensibilizzare la popolazione e le istituzioni riguardo il rilancio della festa. «Negli ultimi giorni è stato al centro delle polemiche una festa che si dice aver preso il posto dei Quattro Altari: il Carnevale Estivo. Sia chiaro: a mio giudizio non si può definire un evento culturale, ma sono aperto alle iniziative e ai momenti d’aggregazione sul territorio», spiega Antonello Aprea.
L’idea per il rilancio parte dal coinvolgimento dei privati: «La situazione è delicata – prosegue il maestro – ma le soluzioni esistono. Occorre coinvolgere e trovare finanziatori, a partire dalle eccellenze della nostra città: penso alla Bcp, ai corallari, agli imprenditori, alle accademie culturali. Se ognuno fornisse un palco potremmo riavere la festa dell’Ottava».
Sostanzialmente l’intenzione comune è proprio “privatizzare” la festa dei Quattro Altari. Presente al primo confronto pubblico in merito, l’ex assessore agli eventi Liborio D’Urzo – durante i suoi mandati è riuscito a organizzare due edizioni dei Quattro Altari – e l’attuale assessore agli eventi Angela Laguda, l’esponente del Movimento 5 Stelle Ludovico D’Elia, il presidente del Polo Artistico Antonio Crispino e il parroco don Franco Rivieccio. «Questa festa ha una radice prettamente religiosa e come rappresentanti della chiesa diamo tutto il nostro sostegno, ma occorre il sostegno di tutti – spiega don Franco -. Bisogna mettere in piedi un comitato duraturo e solido».
Chiara l’idea del presidente del Pat: «Dobbiamo immaginare un nuovo modello di festa auto sostenibile e legata allo sviluppo turistico e al marketing culturale – spiega Antonio Crispino –. Bisogna coinvolgere tutte le realtà associative, sociali e culturali, compreso il Comune». Tutti d’accordo, dunque: occorrono finanziatori e promotori. «Ma senza speculazioni economiche o politiche: nessuno ci deve guadagnare dal ritorno della festa dei Quattro Altari», ammonisce Ludovico D’Elia, il grillino di palazzo Baronale.