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Giovanni Vavassori, il bergamasco che amò Napoli
SPORT
9 luglio 2017
Giovanni Vavassori, il bergamasco che amò Napoli
metropolisweb

Bergamasco di Arcene (poco meno di 5 mila anime) ha legato il suo nome all’Atalanta prima come giocatore e poi come allenatore, Giovanni Vavassori rappresenta quello spirito lombardo che impone, su tutto, la preminenza della serietà, nel lavoro come nello sport. Non è un caso che, da sempre, il vivaio bergamasco abbia sfornato ottimi giocatori (e qualche fuoriclasse). Nelle giovanili nerazzurre viene data pari importanza sia all’ aspetto agonistico che a quello formativo.

Vavassori nel 70 fa il suo esordio in serie B con i bergamaschi e, dopo un anno a buonissimi livelli, conquista la serie A. Nella massima serie dimostra di poter giocare a certi livelli. Viene così chiamato a Napoli dove Luis Vinicio lo considera un uomo ideale per la sua idea di gioco. Giovanni è un difensore moderno, sempre deciso e pulito negli interventi. Si integra a meraviglia con una difesa di grande esperienza e ottima coesione. Due anni di grande calcio a ridosso delle prime. Il 3 marzo 1974, nel corso di Sampdoria-Napoli è vittima di un terribile infortunio. Sembra un evento di poco conto ed invece si rivela devastante. Stagione finita e anche in quella successiva ne risente vistosamente.  La sua carriera subisce una svolta in negativo. Ha perso la brillantezza dei giorni migliori. Vince una Coppa Italia nel 75 e una Coppa di Lega Italo-Inglese nel 76. Ritorna a casa all’Atalanta ma ormai è in parabola discendente. La stessa Atalanta nel giro di 3 anni passa dalla serie A alla C1. Poi poco altro. La sua carriera agonistica finisce nel 1986 quando viene squalificato per tre anni e quattro mesi per il suo coinvolgimento nello scandalo del calcio  scommesse. Si resta perplessi quando certi eventi coinvolgono personaggi sempre misurati e ci lasciamo assalire dal dubbio che, in fondo, nessuno è come appare.

Quasi a voler riscattare quella caduta agli inferi (calcistici ) inizia, nel 90,  la sua carriera di Allenatore e lo fa proprio con le giovanile orobiche: un ritorno alle origini. Nel 98 vince il Campionato Primavera e nel 1999 viene promosso allenatore della prima squadra che porta subito in Serie A. Resta a Bergamo anche nella successiva stagione e l’Atalanta è una delle rivelazioni della serie A chiudendo con un brillantissimo settimo posto. Anche nel 2001-02 l’Atalanta di Vavassori, nona in classifica finale, mostra ancora l’efficace impronta tattica del suo allenatore.  Bergamo è una realtà che deve continuamente fare quadrare il bilancio. Ogni anno la squadra vende i suoi pezzi migliori e ogni inizio di cambiamento spesso coincide con un cambiamento radicale della rosa. Dopo due annate esaltanti, nel 2003, la squadra non funziona più e Vavassori viene esonerato a 5 giornate dal termine, con la squadra agli ultimi posti in classifica (poi retrocessa in B dopo lo spareggio con la Reggina). E’ la sua ultima apparizione in serie A.

Giovanni Vavassori, da calciatore, ha vissuto i suoi anni migliori alle falde del Vesuvio e forse senza quel grave infortunio nel 1974 avrebbe aiutato gli azzurri a scrivere pagine più gloriose.

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