Torre del Greco. La quinta sezione del Consiglio di Stato respinge il ricorso presentato dalla Ego Eco e “certifica” come legittima la decisione dell’amministrazione comunale targata Ciro Borriello di affidare alla “ditta di casa” dei Fratelli Balsamo la gestione della raccolta dei rifiuti all’ombra del Vesuvio.
Il collegio presieduto dal giudice Giuseppe Severini chiude così la querelle innescata a gennaio 2015 da un provvedimento finito sotto i riflettori della procura di Torre Annunziata e costato al sindaco Ciro Borriello – insieme all’assessore all’ambiente Salvatore Quirino e all’ex segretario generale del Comune, Anna Lecora – l’iscrizione nel registro degli indagati. A un anno dal primo verdetto del Tar Campania – già pronto a bocciare il primo ricorso presentato dalla ditta di igiene urbana con sede a Cassino, guidata dal plurindagato Vittorio Ciummo – il leader locale del centrodestra può tirare un sospiro di sollievo.
Perché in attesa di conoscere l’esito dell’inchiesta condotta dal pubblico ministero Silvio Pavia – a oggi ferma alle perquisizioni effettuate a maggio del 2015 – il Consiglio di Stato ha definitivamente riconosciuto la legittimità del “passaggio di consegne” tra la Ego Eco e la “ditta di casa” con sede in viale Europa.
Quattro i motivi alla base del ricorso con cui la difesa della Ego Eco – rappresentata dall’avvocato Gherardo Marone – aveva provato a ribaltare la sentenza del Tar Campania, tutti puntualmente respinti al mittente dai giudici della quinta sezione del Consiglio di Stato. Pronti, in pratica, a sancire la «scarsa affidabilità della società ricorrente, la pluralità di provvedimenti espulsivi da procedimenti di gara all’esito di un giudizio di inaffidabilità derivante da gravi inadempienze nei rapporti pregressi e la pluralità di provvedimenti espulsivi da procedimenti di gara per infedele dichiarazione in ordine al possesso dei requisiti di partecipazione» già messe nero su bianco dai giudici del Tar Campania.
«Questa definitiva sentenza è la dimostrazione dell’azione precisa e puntuale della nostra amministrazione comunale – afferma Ciro Borriello – e di come tutte le ragioni su questa vicenda fossero dalla nostra parte». Una sentenza che, adesso, potrebbe “pesare” come un macigno sul castello accusatorio dell’inchiesta penale a oggi aperta a Torre Annunziata.