Portici. Potrebbe essere finalmente agli sgoccioli il calvario eterno del quartiere-ghetto di via Dalbono. «In settimana ci sarà la determina ufficiale, poi a metà luglio la prima pietra dei lavori», assicura il viceprefetto Roberto Esposito, incaricato di traghettare l’ente di palazzo Campitelli fino all’insediamento di Enzo Cuomo.
Parole confortanti per le famiglie in attesa di una nuova vita, ma soprattutto quelle in attesa di tornare a casa dopo 30 anni. Il lungo calvario giudiziario, burocratico e legislativo sta finalmente per volgere al termine, grazie a un accordo tra Roberto Esposito e la Regione Campania che riassunto è una vera e propria anticipazione di cassa: il Comune metterà a disposizione per il complesso di palazzoni a due passi dal centro 5 milioni di euro.
I primi tre lavori urgenti da effettuare sono: la costruzione di due palazzine da 11 alloggi ciascuna, la realizzazione dell’impianto fognario e l’abbattimento dei vecchi ruderi costruiti in amianto. Mentre per la restante trance di lavori si attenderà l’arrivo di altri 2 milioni di euro di fondi regionali che serviranno per la bonifica dello spazio aperto a ridosso del plesso residenziale e per la costruzione di un parco urbano.
Di sicuro questo è il più importante risultato degli ultimi 30 anni per le persone che dopo il terremoto dell’Ottanta furono sfollate dalla zona, con la promessa fatta dal politico di turno di ritornare nuovamente in via Dalbono non appena ricostruito l’intero plesso, aggrappati soltanto all’ex consigliere comunale Francesco Portoghese che ha mantenuto alta l’asticella sulla vicenda. Un importante traguardo anche per i residenti delle case popolari che sono stati costretti a vivere per decenni tra cumuli d’immondizia, vicino a vecchi ruderi costruiti in amianto e senza l’impianto fognario: in un luogo che è divenuto nel tempo una rinomata piazza di spaccio all’ombra dei palazzoni, dove tuttora i tossicodipendenti trovano tra le carcasse di quelle costruzioni il posto ideale per drogasi, a due passi dai bambini che giocano a pallone. Ma la fine della vita “all’inferno” è a un passo.