I killer che hanno fatto fuoco contro Antonio Fontana viaggiavano a bordo di una Fiat Panda, di colore blu scuro. Le targhe che avevano applicato alla vettura erano state rubate ad un’auto parcheggiata a Madonna della Libera, a Castellammare di Stabia, di proprietà di un videoreporter. Sono questi i primi dettagli che emergono dalle indagini sull’omicidio di Antonio Fontana, alias ‘o Fasano, avvenuto nella serata di sabato ad Agerola. I killer che l’hanno seguito fino all’esterno della pizzeria “Ai Galli” gli hanno scaricato contro 9 colpi di pistola, calibro 7.65. Hanno atteso che la moglie entrasse all’interno del locale e non gli hanno dato nemmeno il tempo di uscire dalla sua vettura, una Dacia Sendero, per freddarlo.
Le indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia, agli ordini del maggiore Donato Pontassuglia e del luogotenente Andrea Marra, si sono subito concentrate sulla vettura utilizzata dai killer. Almeno due le persone a bordo della Fiat Panda di colore blu scuro. Nella stradina dove si trova la pizzeria “Ai Galli”, nella frazione Pianillo ad Agerola, non ci sono telecamere di videosorveglianza. Gli occhi elettronici, però, inquadrano la fuga dei killer in direzione Castellammare. Sia ad Agerola che a Pimonte, i circuiti pubblici di videosorveglianza riescono ad inquadrare la targa della vettura utilizzata dai killer. Gli investigatori stanno cercando d’incrociare i frame finora acquisiti con l’obiettivo di capire se la corsa dei killer s’è fermata sui Lattari oppure è proseguita fino a Castellammare. Il sospetto che l’omicidio del ras dell’Acqua della Madonna sia stato organizzato proprio nella sua città è forte. D’altronde è qui, a Madonna della Libera, che sono state rubate le targhe utilizzate per “mimetizzare” l’auto utilizzata dai killer. Vittime del furto un videoreporter di Castellammare di Stabia che ieri mattina s’è ritrovato i carabinieri davanti alla porta. Il cameraman ha dimostrato che quelle targhe erano di una vecchia Fiat Panda, che aveva lasciato in sosta da qualche giorno in via Vecchia Pozzano. Non poteva sapere che qualcuno ne avrebbe approfittato per rubargli le targhe e montarle sulla macchina prescelta per la missione di morte.