«Il 5 maggio ho perso la mia casa e sono stata costretta ad occupare un’abitazione abusivamente solo per dare un tetto sicuro ai miei quattro figli». Nunzia è una delle tante vittime di una burocrazia lenta, dell’indifferenza che spunta fuori dopo le tragedie. Il 5 maggio è crollato il solaio di un’abitazione travolgendo anche la sua casa in via Cavour a Torre Annunziata «sono viva per miracolo, era uscita per accompagnare i miei figli a scuola e quando sono rientrata ho trovato la mia casa distrutta». Racconta un calvario che dura da due mesi, con quattro bambini piccoli di cui il più piccolo di appena tre anni: «Avevamo già chiamato ad aprile i vigili urbani comunicando che c’era stato un cedimento: i lavori di ristrutturazione che stavano facendo ci avevano già fatto pensare che qualcosa potesse venir giù ma nessuno ci ha dato retta e poi il crollo».
Mostra le foto della sua abitazione completamente ricoperta di calcinacci e continua «Da quel giorno siamo stati ospiti dei salesiani ma non possiamo vivere per sempre in una scuola, don Antonio ci ha accolti ma ora le aule devono essere ristrutturate per l’inizio della scuola e abbiamo bisogno di una casa». E così senza pensarci due volta Nunzia ha occupato un alloggio nel rione popolare «Ero andata al centro per ritirare il pacco – continua – e ho saputo che c’erano diversi appartamenti assegnati ma mai occupati. La disperazione porta anche a questo: ho forzato la porta e ho occupato l’immobile e mi sono autodenunciata». E ancora: «Non sono abituata a violare la legge ma i miei bambini non possono dormire per strada – continua la donna – ho ancora tutti i miei bagagli, quelli che sono riuscita a recuperare accantonati in un lato della casa, non so dove andare e sono consapevole che qui non posso stare ma ho bisogno di una casa». Per ora la sua, quella di via Cavour, è ancora sotto sequestro e ha già trascinato in tribunale la proprietaria dell’immobile dove si stavano effettuando i lavori di ristrutturazione che hanno generato il crollo «Non ho un lavoro e il mio compagno prova ad arrangiarsi in tutti i modi, non ho la possibilità di permettermi una casa altrimenti non avrei lanciato nessun appello. Ho perso la mia casa e sto provando in tutti i modi di garantire ai miei quattro figli una sistemazione dignitosa». Lancia un appello al primo cittadino Vincenzo Ascione in attesa che qualcuno possa rispondere alla sua istanza. «Mi volevano dare un contributo di duemila euro, mi basterebbero per poco, io ho bisogno di una casa per sempre non di un contentino che servirebbe a poco».