Bruciati 1600 ettari del Parco Nazionale del Vesuvio. E’ questa la prima stima dei danni, provocata dagli incendi, in Campania anche fino a 100 in un solo giorno. Con 550 ettari in fumo la Riserva Forestale Tirone Alto Vesuvio è l’area più martoriata. Una stima ancor più tragica se si pensa che è approssimativa e destinata ad aumentare. Mentre il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti riferisce con un’informativa alla Camera numeri, azioni messe in campo e mosse-tampone del Governo, le fiamme infatti continuano a divorare altra terra.
Stato emergenza, istruttoria ancora in corso
Numeri impressionanti, incendi senza sosta da oltre dieci giorni, eppure non è stato ancora dichiarato lo stato di emergenza, a deliberarlo deve essere il Consiglio dei ministri. Al momento, fa sapere Galletti su questo aspetto, è in corso un’istruttoria tecnica del Dipartimento della Protezione civile.
Primi 5 milioni per la riforestazione
Intanto il numero uno dell’Ambiente nei giorni scorsi a Ottaviano e nei luoghi degli incendi, annuncia un primo stanziamento di cinque milioni di euro per la riforestazione di tutte quelle aree – non solo in Campania – distrutte dagli incendi. “Riporteremo quei luoghi com’erano prima. Chi pensa che possano diventare terre abbandonate o aree da piegare a intenti criminali avrà dallo Stato la risposta che merita” assicura in Aula lanciando il Programma nazionale di riforestazione delle aree protette che sarà finanziato con fondi reperiti nell’ambito delle risorse europee per le misure di adattamento ai cambiamenti climatici. Le somme saranno assegnate in base ai danni subiti dai territori, per conoscere quelle destinate al Vesuvio si dovrà quindi attendere che le stime siano più definite.
La nuova norma: confisca dei terreni per chi incendia
Da una parte si tenta di riparare al danno, dall’altra di scoraggiare nuovi episodi con leggi sempre più severe. Le nuove norme sugli ecoreati con l’introduzione del reato di disastro ambientale e l’aggravante per gli incendi boschivi assicurano condanne per i piromani dai cinque fino ai vent’anni. Norme che purtroppo non hanno scoraggiato i delinquenti del Vesuvio, ancora ignoti. Il Governo sceglie di inasprire ulteriormente le misure: depositato nei giorni scorsi alla Commissione Bilancio del Senato un emendamento al Dl Mezzogiorno che prevede per chi incendia, la confisca dei terreni, nel caso si tratti del proprietario. Terreni che verranno affidati ai Comuni.
I 3 incendi non collegati, esclusa ipotesi camorra
E proprio sul fronte dei responsabili continuano le indagini e gli accertamenti tecnici sul Vesuvio per individuare i cosiddetti punti d’insorgenza e rilevare tracce organiche. Al momento la Procura di Napoli, che sta procedendo a carico di ignoti, “esclude che i tre incendi sul Vesuvio siano collegati tra loro e quindi riconducibili ad un’unica mano. Ed esclude anche il coinvolgimento della criminalità organizzata”, riferisce Galletti. Ma le indagini, va detto, sono ancora in una fase iniziale ed unica certezza al momento è la natura dolosa degli incendi.
In Campania 100 roghi al giorno
“Mai così tanti interventi in dieci anni e sul Vesuvio situazione eccezionale” dice Galletti alla Camera, in quella che suona come una giustificazione per un Governo e una Regione sotto attacco sul versante della prevenzione e dei tempi di intervento. Brucia gran parte dell’Italia, ma la Campania è tra le regioni più colpite registrando in alcuni giorni fino a cento incendi lunghi oltre due chilometri. Dal 15 giugno al 16 luglio, la Regione Campania ha inviato al Coau del Dipartimento della Protezione Civile 106 richieste di concorso aereo, di cui 43 solo nel periodo dall’11 al 16 luglio e 25 nella sola provincia di Napoli. Oltre 700 le unità impegnate nella lotta alle fiamme incessantemente giorno e notte. In arrivo altri militari – in tutto 90 soldati -, mentre piovono le critiche. “Vigili del fuoco sotto organico, velivoli passati ai carabinieri e tolti alla lotta agli incendi, canadair gestiti da ditte private a peso d’oro, risorse tagliate per la prevenzione sugli incendi. Un errore storico del governo che pagheremo caro per anni” tuona la vicepresidente della commissione Ambiente di Montecitorio Serena Pellegrino, chiedendo le dimissioni di Galletti. “Ora pensiamo all’emergenza, poi verrà il tempo delle carenze” risponde il ministro.