L’area del Vesuvio percorsa dal fuoco supera i 1.980 ettari. Di questa superficie, circa 960 ettari di vegetazione risultano ‘completamente distrutti’, 770 ettari ‘molto danneggiati’ e 250 ettari ‘leggermente danneggiati’: sono i primi dati elaborati in ambito g.i.s. dal gruppo di lavoro dell’Universita’ della Campania ‘Luigi Vanvitelli’, rappresentata dalle ricercatrici Assunta Esposito e Giovanna Battipaglia. Tra gli ettari ‘leggermente danneggiati’ ci sono le parcelle che sono state trattate con la tecnica del ‘fuoco prescritto’ nel marzo 2016, nell’ambito di un programma promosso dalla Regione Campania attraverso la societa’ in house Sma Campania e di cui la docente Assunta Esposito era responsabile per conto dell’Universita’ della Campania ‘Luigi Vanvitelli’. La tecnica utilizzata consiste nella riduzione del carico di combustibile fine presente in bosco con l’obiettivo specifico, in questo caso, di ridurre il rischio incendi. Un gruppo di lavoro costituito dalla ‘Vanvitelli’ e da Sma Campania rappresentata dal project manager Saverio Basile con il collaboratore Pietro Lavorgna, insieme a personale del Reparto Carabinieri Biodiversita’ di Caserta, ufficio che gestisce la Riserva Alto Tirone del Parco Nazionale del Vesuvio, ha condotto un primo sopralluogo nelle aree percorse dal fuoco in quest’ultimo periodo con l’obiettivo di raccogliere dati utili alla fase che fara’ seguito a quella emergenziale. Il Reparto Carabinieri Biodiversita’, mentre e’ ancora impegnato a spegnere e a bonificare, intende gia’ delineare gli interventi che si dovranno mettere in atto nei prossimi mesi, a partire dalla messa in sicurezza della Strada Matrone, per passare alle opere di difesa del suolo dal dissesto idrogeologico. Secondo un’analisi della Coldiretti sono cinquanta milioni le api morte a causa dell’incendio che ha colpito il Parco del Vesuvio, con le fiamme che hanno distrutto le arnie e cancellato la produzione di miele e polline. Una vera e propria strage peraltro destinata ad aggravarsi a causa degli effetti del fumo sugli sciami sopravvissuti. Gli esperti del Conaproa (Consorzio Nazionale Produttori Apistici) in Campania calcolano – spiega la Coldiretti – una perdita ulteriore di almeno il 20% di insetti che hanno perso l’orientamento e quindi morte. Il rogo sul Vesuvio – continua la Coldiretti – ha coinvolto peraltro anche i nuclei di fecondazione. L’azienda La Fattoria Biagino, uno dei maggiori produttori dell’area, ha visto andare in fumo quasi 100 nuclei di riproduzione, vere e proprie casseforti genetiche su cui questi apicoltori lavorano da decenni, partecipando a convegni internazionali proprio sulla salvaguardia del patrimonio genetico. Le fiamme hanno distrutto le arnie anche nelle zone di Licola e ad Agnano, dove ad andare in fumo e’ stata la riserva naturale degli Astroni. L’incendio colpisce – sottolinea la Coldiretti – un comparto gia’ fortemente messo in crisi dalla siccita’. Le api erano gia’ in sofferenza per le scarse precipitazioni che hanno ridotto la disponibilita’ di fiori. I roghi che stanno colpendo l’intero territorio nazionale – rileva la Coldiretti – rappresentano un gravissimo danno economico e ambientale tanto che ci vorranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi andati a fuoco. Per ogni ettaro di macchia mediterranea bruciato – ricorda la Coldiretti – muoiono in media 400 animali tra mammiferi, uccelli e rettili. Ma sono migliaia le varieta’ vegetali danneggiate, compresi funghi ed erbe aromatiche. Insieme alle disdette provocate in molti agriturismi – conclude Coldiretti – sono gravi anche i danni diretti registrati alle coltivazioni agricole, le perdite di animali e la distruzione di numerosi fabbricati rurali.
CRONACA
27 luglio 2017
Incendi sul Vesuvio, più di 2000 ettari andati distrutti, morte 50 milioni di api