«Riconsegnateci una chiesa dove poter celebrare la santa messa e raccogliere tutti i fedeli». E’ l’appello di Don Giuseppe Lungarini, cappellano del cimitero di Pompei, all’indomani del servizio pubblicato da Metropolis sullo stato di abbandono in cui versa la struttura di via Nolana tra sterpaglie, rifiuti, proteste, inchieste e tragedie. Da oltre un anno, all’interno del camposanto, non è più possibile recitare alcun tipo di funzione religiosa, nemmeno la commemorazione dei propri cari. Motivo? La chiesa è chiusa dal 3 luglio 2016 perché inagibile dopo il crollo di alcuni calcinacci che avrebbero potuto mettere a rischio l’incolumità dei cittadini di Pompei. La struttura è attualmente stata recintata con tanto di avviso che recita «pericolo, vietato poggiarsi».
L’appello di Don Giuseppe
Don Giuseppe Lungarini, cappellano del cimitero di via Nolana che in primis raccoglie i malumori dei cittadini pompeiani che da oltre un anno non possono più ascoltare la messa, s’è detto «contento dell’interesse della nuova amministrazione per le condizioni del cimitero», che all’indomani delle nomine della nuova giunta – attraverso l’assessore Raffaella Di Martino e il consigliere di maggioranza Pasquale Caravetta – ha effettuato un primo sopralluogo per comprendere le criticità della struttura di via Nolana.
«Ho visto un impegno concreto per il cimitero e apprezzo molto – ha aggiunto Don Giuseppe – ma spero che non saranno soltanto delle promesse. Mi dispiace dover dire ai fedeli che non posso più celebrare la santa messa, né commemorare i defunti. Spero che questa situazione possa risolversi quanto prima». Don Giuseppe era solito celebrare la messa ogni domenica mattina alle 9.30, ma da un anno non è più possibile recitare il rito per la mancanza di una struttura che possa ospitare i fedeli.
Lo stato di abbandono
La nuova amministrazione ha già stilato un elenco delle priorità da risolvere nella città mariana. Tra le linee tracciate dal sindaco Amitrano c’è anche la questione relativa al camposanto, dove lo stesso assessore delegato al cimitero è pronto a compiere i primi passi per rendere più “accogliente” la struttura. Sicuramente, una delle prime manovre riguarderà la manutenzione di quelle aree che in un primo progetto avrebbero dovuto rappresentare delle aiuole. Al momento, invece, sono completamente abbandonate tra sterpaglie, rifiuti e animali. Una prima ripulita sembra sia stata già avviata, così da rendere più dignitosa la struttura che ospita le anime dei cittadini di Pompei. Altro step scatterà poi per risolvere anche la grana del sito di stoccaggio presente alle spalle del cimitero, soluzione individuata durante la gestione D’Alessio come provvisoria. Gli abitanti della città mariana lamentano «l’impossibilità di poter stare a lungo sulle tombe dei propri cari per la puzza che viene fuori durante i mesi caldi dell’estate». Infine, e non meno grave, c’è la questione dello scarso personale. Nei mesi scorsi c’è stata anche una protesta da parte dei dipendenti che assicurano servizi di tumulazione e interramento delle salme al cimitero comunale per i mancati pagamenti di tre mensilità da parte della società appaltatrice, la Ipsa di Milano, subentrata alla Mirca da circa due anni per garantire i servizi al camposanto di Pompei. Tutti problemi di cui l’amministrazione è a conoscenza, ma adesso serve del tempo prima degli interventi.
La replica dell’assessore Di Martino
«Siamo a conoscenza dei problemi del cimitero e sto pensando a un progetto da attuare non immediatamente, ci sono prima delle priorità con le quali fare i conti». E’ la replica dell’assessore Raffaella Di Martino, delegata al cimitero, che il giorno seguente alla nomina ha effettuato un primo sopralluogo alla struttura di via Nolana insieme al consigliere di maggioranza Pasquale Caravetta. L’assessore s’è mossa immediatamente per avviare un primo intervento di ripulita del camposanto di Pompei, che non richiede particolari iter burocratici. «Al momento c’è anche la delicata situazione dei loculi con la quale fare i conti – ha aggiunto Raffaella Di Martino – c’è stata una gara e ad alcuni sono stati riconsegnati i soldi anticipati, altri no. Poi ci sono una serie di progetti in stato avanzato che vanno analizzati».
Sulla chiesa del cimitero chiusa da un anno, la Di Martino s’è detta «pronta a un progetto da non attuare in maniera immediata. Bisogna capire quanti fondi sono a disposizione prima di procedere. Inoltre, sarà necessario anche un nuovo sopralluogo con dei tecnici specializzati per comprendere quali tipi di interventi saranno utili».