Dai contributi e terreni concessi ai giovani per farli restare in Campania alle zone economiche speciali per rilanciare i porti di Napoli e Salerno. Il deputato PD Leonardo Impegno difende il dl Mezzogiorno dall’accusa di bluff, attacca l’incapacità della classe dirigente meridionale sulla cattiva gestione dei finanziamenti e chi non promuove De Luca. “Solo guerre, il PD a Napoli non ha idee”.
Onorevole Impegno, non è la prima volta che il Governo annuncia misure per il rilancio del Sud, intanto i dati su occupazione e impresa stentano a migliorare. Fondi a pioggia e interventi non strategici, oppure cosa blocca la crescita?
“Per la verità gli ultimi dati ci dicono che la Campania cresce più del 2,4% rispetto alle altre regioni. Bisogna sempre iniziare dal punto di partenza per capire dove si è arrivati e 5 anni fa stavamo molto peggio. Oggi non stiamo bene, ma ci sono segnali di netto miglioramento grazie alle politiche nazionali di investimenti per il Sud e molto per le politiche, non autonome ma intrecciate alle scelte del Governo, che la Regione Campania con il presidente De Luca sta mettendo in campo. Su tutte il credito d’imposta automatico e la decontribuzione per i nuovi assunti: provvedimenti regionali che sommati a quelli nazionali determinano un processo virtuoso con soldi spesi non per clientele e conservazione di sacche di potere”.
Quali le novità nel dl che avranno ricadute significative per la Campania?
“Se usate bene tutte le misure. Tra queste fondamentale per la Campania è l’introduzione di nuovi strumenti per incentivare i giovani imprenditori a investire qui in settori come l’artigianato, l’agricoltura e la cultura, molto poco sviluppati nel nostro territorio e che possono essere un volano di sviluppo. Con il bando “Resto al Sud” sono previsti contributi fino a 250mila euro, con il 35% a fondo perduto e il 65% a tasso zero. Significativa anche la concessione ai giovani fino a 40 anni di aree e beni immobili abbandonati per renderli produttivi con contratti di 9 anni rinnovabili”.
Già sperimentate in passato formule simili al bando Resto al Sud, funzionano? Ed esiste un reale controllo e monitoraggio dei finanziamenti? Secondo l’opposizione ci vorranno anni per la restituzione dei fondi assegnati e mal gestiti
“Il problema dei controlli e della buona gestione della spesa c’è, è serio e riguarda in particolare il Sud. Ahimé nessuno può essere maestro, in particolare il centrodestra perché i dati su come venivano spesi i fondi europei in passato sono disastrosi. In ogni caso, al di là delle polemiche politiche, nel dl Sud è prevista una semplificazione e velocizzazione dei procedimenti amministrativi. Infatti all’incapacità di una classe dirigente politica meridionale di concentrare le risorse su progetti specifici, che ha portato ad un’eccessiva parcellizzazione, si affianca una burocrazia soffocante: entrambe le cose fino ad oggi hanno impedito la spesa dei finanziamenti”.
Zone economiche speciali. “Troppo potere nelle mani di pochi” tuona Laboccetta in un’intervista a Metropolis, mentre per la Confimpreditori le Zes sono poche anche rispetto alla Polonia e il dl sposta somme già disponibili. Un bluff?
“Il provvedimento nel suo insieme regge ed è efficace. Per le Zes, parliamo di un Paese che è una penisola, concentrare risorse e benefici fiscali nelle aree portuali e in quelle immediatamente collegate è una scelta strategica. Con un buon lavoro Napoli e Salerno, potranno attrarre e trattenere investimenti anche stranieri perché un provvedimento è buono se ci mette risorse lo Stato, ottimo se capta i privati”.
Cosa non funziona o si poteva fare meglio in questo dl?
“Si può fare sempre meglio. Manca il tema dell’Rc auto, sarebbe stato un riconoscimento al Sud rispetto a un’ingiustizia. Consola parzialmente che nel ddl concorrenza si preveda che chi non fa incidenti per quattro anni abbia diritto ad uno sconto”.
Il Pd al Sud ha avuto una batosta al Referendum. Il dl è una carta da giocare, ma il partito in Campania non sembra resuscitare, anzi continuano le beghe col Congresso alle porte
“Il congresso dovrà essere di costruzione di un Pd che a Napoli non c’é stato per le guerre interne. Manca un’idea del Pd sull’area metropolitana di Napoli e una linea chiara sia al Comune che nella Città metropolitana. Questo congresso deve servire a stabilire quale programma di sviluppo ha il Pd napoletano visto che governiamo sia a livello nazionale che regionale, ma finora il partito non è stato in grado nemmeno di valorizzare quanto fatto dalla Regione”.
Il Dl rilancia il Sud, ma De Luca può rilanciare il partito?
“Ho sempre sostenuto che solo con De Luca non si va da nessuna parte e senza De Luca nemmeno. De Luca ha bisogno di un partito democratico forte, stabile e politicamente credibile e il Pd ha bisogno di un governatore in grado di realizzare quello che promette”.