Da qui al 2025 Sorrento potrà crescere ancora. Sia in termini di posti di lavoro sia per quanto riguarda il Pil. Una ripresa importante che non riuscirà a toccare le soglie-record degli anni precedenti alla crisi mondiale del 2008. A dirlo sono i dati prodotti dall’Osservatorio banche e imprese diffusi nel rapporto “L’economia delle province italiane e dei comuni del Mezzogiorno”. Si tratta di un documento di spessore che potrebbe tornare utile a imprenditori e amministrazioni comunali.
Quasi 80 milioni in più
Sorrento è una terra florida, il cui valore aggiunto pro capite è di quasi 30mila euro. Numeri da sballo rispetto agli attuali 15.393 dell’intera provincia di Napoli. E ciò pesa anche sull’incidenza del Pil che, analizzandolo su quattro macro settori come turismo, agricoltura, costruzioni e industria, evidenzia indubbiamente una boccata d’ossigeno importante. Il dato del Pil è in aumento dello 0,6 per cento rispetto al 2015. Secondo Obi, nel 2025, il Pil di Sorrento arriverà addirittura a 582,6 milioni di euro rispetto agli attuali 504. Ma il boom precedente alle grosse difficoltà di fine anni Duemila non sarà eguagliato. Nel 2008 il Pil era addirittura di 593 milioni, poi l’inizio delle difficoltà finanziarie.
Il turismo incide per il 91%
Sorrento è un’oasi mondiale del turismo, è una delle mete preferite all’estero e non sorprende il fatto che il 91 per cento del Pil sia riconducibile proprio al settore turistico, compresi i servizi e il commercio. E neppure la tanto temuta Brexit dell’anno scorso ha inciso negativamente sulle cifre di arrivi e presenze a dispetto delle previsioni negative fatte pure da esponenti dell’indotto. Non è un mistero che tanti inglesi continuino a scegliere con entusiasmo Sorrento come propria destinazione: il tutto esaurito in alberghi e Bed and breakfast rappresenta la conferma di un’accelerata di numeri e introiti che supera le previsioni negative fatte a caldo dopo il «referendum» inglese di un’estate fa.
Occupazione ok
Tutto ciò non può non toccare anche i posti di lavoro. A Sorrento al momento lavorano ben 10mila persone, rispetto al 2008 ci sono 1.500 posti in meno ma la statistica, raffrontata agli abitanti, resta in ogni caso incoraggiante: il 62 per cento della popolazione ha un impiego, in prevalenza nel turismo. Stando al report Obi, nel 2025 l’occupazione a Sorrento guadagnerà altri mille posti, si arriverà dunque a 11.000 dipendenti, difficile però pareggiare il dato consuntivo 2008 quando lavoravano a Sorrento ben 11.500 unità.
Il Comune sorride
Al di là dei dati Obi, a proposito di turismo, va rilevato un altro elemento molto importante. Quello dell’imposta di soggiorno. Il Comune di Sorrento, negli ultimi anni, ha sempre incassato cifre vicine o superiori a due milioni di euro. Gli spifferi che provengono dal municipio indicano un sensibile aumento degli introiti: per il 2017 si pensa addirittura a un guadagno netto di tre milioni di euro, a ciò va addebitato anche l’inasprimento dei controlli nei confronti delle strutture fuorilegge oggi censite dal Comune.
«Non ammorbidirsi»
«Non dobbiamo lasciarci ammorbidire da questi numeri perché si tratta in buona parte del recupero di ciò che c’era nel 2008. Per il futuro serve che chi amministra si doti di piani di sviluppo di mercato, infrastrutture e viabilità per riordinare una caotica Sorrento» spiega il commendatore Gaetano Mastellone, vicepresidente Obi in quota della Banca Popolare di Bari. «Sono dati utili a imprenditori e politica che invito a esaminare con attenzione, l’ultimo decennio negativo è passato. Ci aspetta un decennio con numeri migliori. Oggi il sistema economico mondiale è da prendere con cautela in quanto la base strutturale è fragile, basta un nulla per ricadere in scenari di crisi. Le cause esterne derivanti dalla crisi non devono distogliere l’attenzione dagli errori fatti dall’intero comprensorio negli ultimi trent’anni, a cominciare dalla mancanza di una strategia condivisa per lo sviluppo di turismo, commercio e viabilità. A fare da traino deve essere il turismo che resta il settore che offre più posti di lavoro e che rappresenta sul Pil totale ben il 91 per cento comprese le revenue di servizi, trasporti e commercio. Il brand Sorrento è un anticorpo potente, ma non basta. Credo che Sorrento deve trasformarsi da casba a città con un ordinato sistema turistico di accoglienza con il cittadino che deve essere meglio “trattato” perché contribuisce molto con le sue tasse derivanti dai suoi redditi elevati rispetto alla Campania e alla provincia di Napoli». Il riferimento è alla differenza di valore aggiunto pro capite. «Ci siamo posizionati, sia per scelta che per indicazioni del mercato, su un turismo di massa e credo che una lieve incidenza, in progressivo aumento, è dovuta al fenomeno casa vacanza. Esempio: quattro turisti che prima soggiornavano in hotel a un costo medio a testa di 100 euro ora soggiornano an- che con il 50 per cento e oltre in meno. Puntare su una nicchia di turismo di qualità potrà facilita- re la crescita della ricchezza. Si deve scegliere cosa vogliamo fare da grandi. Si deve abbandonare la rincorsa ad affrontare senza risolvere, con pannolini caldi, la crescita della viabilità su gomma; puntare su mare e ferro potrebbe essere un’importante alternativa. E’ interessante creare una sorta di metro penisola con treni nuovi sui binari da Vico Equense a Sorrento. A ciò si devono riscoprire l’artigianato e le eccellenze locali, tutela del mare e del territorio, miglioramento della viabilità e sviluppo delle infrastrutture pubbliche: così l’obiettivo di previsione per il 2025 è alla portata di Sorrento e della penisola». Lo stesso andamento del Pil caratterizza l’occupazione, sia con riferimento ai dati consuntivi, sia con riferimento ai dati previsionali. «Abbiamo 10mila unità lavorative occupate (nel 2008 erano 11,5mila) su di una popolazione di 16mila abitanti; abbiamo oltre il 62% dell’intera popolazione, che comprende bambini e anziani, occupata. Sono dati importanti! E ciò dimostra anche che siamo ancora un territorio superiore come reddito a Napoli e provincia».